Si parla spesso di stress scolastico. Lo possono provare alunni e studenti di ogni età e frequentanti tutte le scuole, di ogni ordine e grado. Lo stress a scuola è reale e presente. Le cause scatenanti possono essere molte, così come numerosi sono i sintomi. Cosa dobbiamo sapere su questo disturbo che può colpire a ogni età? Lo abbiamo chiesto ad una psicologa.
Che lo stress scolastico esista e sia molto diffuso lo conferma l’ufficio europeo dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) in una ricerca del 2015, che ha coinvolto i giovani tra gli 11 e i 15 anni e che riporta una fotografia della scuola italiana con ragazzi che hanno sempre meno motivazione allo studio e che non sono felici di andare a scuola.
David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi, afferma che ancor di più nella pandemia “i giovani hanno vissuto un fortissimo stress e sono stati privati di punti di riferimento e abitudini quotidiane fondamentali”. La pressione è avvertita anche dai più piccoli. Risulta infatti che un bambino su due soffra per una scuola considerata troppo faticosa.
Lo stress è ciò che viene percepito come il risultato di come il corpo umano reagisce a certe richieste interne ed esterne e non è sempre una cosa negativa. Spesso, la giusta dose di stress incoraggerà uno studente a studiare maggiormente o a tentare di più. In questo caso, si definisce stress positivo. Invece, quando le richieste superano le risorse dei bambini e dei ragazzi, si può creare una condizione di stress simile all’affaticamento e al ‘’blocco’’.
Lo stress è negativo quando, una volta superato ’il compito’’ da portare a termine, permane comunque un livello alto di attivazione e vigilanza e recuperare una condizione di equilibrio risulta impossibile.
Per affrontare lo stress negativo è fondamentale che gli studenti, ma anche il corpo docente, riconoscano i primi avvertimenti e cambiamenti. Ci sono molti sintomi che possono essere il risultato di stress, sia fisici che mentali. Lo stress e l’affaticamento surrenale determinano l’esaurimento di ormoni e neurotrasmettitori importanti, che controllano molte funzioni del corpo. In una visione globale dell’individuo, non ha più senso distinguere tra corpo e mente, ma per ragioni di semplicità si possono distinguere sintomi fisici, sintomi mentali e comportamenti disfunzionali.
Lo stress scolastico può colpire anche il corpo docenti e i collaboratori scolastici con sintomi simili a quelli degli studenti, fino a situazioni di conclamato burnout.
Le cause dello stress scolastico possono essere molteplici:
Non tutti gli studenti che faticosamente portano avanti gli impegni della scuola presentano i sintomi legati allo stress scolastico. A fare la differenza sono le risorse dei ragazzi, come un buon equilibrio psicofisico, un sufficiente livello di benessere percepito, il supporto familiare, il confronto con i compagni. Devono essere controllate anche eventuali sindromi organiche, che possono influenzare la salute degli studenti.
Per gestire al meglio lo stress scolastico a scuola è fondamentale riconoscere la propria difficoltà e contare sul supporto dei compagni e degli insegnanti, poterne parlare e, ad esempio, cercare un aiuto nei sempre più diffusi sportelli di ascolto psicologico. Questi spazi sono gratuiti e permettono il libero sfogo degli studenti, un ascolto attivo da parte dei professionisti e lo spazio di un percorso finalizzato ad accogliere il problema e individuare le risorse per affrontarlo.
A casa e nel tempo libero è importante dedicare un tempo sufficiente all’attività fisica, curare l’alimentazione e la qualità del sonno, assumere eventualmente integratori se il medico di base lo ritiene necessario.
Se si riconoscono alcuni dei sintomi descritti nel bambino o nel ragazzo o se spontaneamente lui o lei si lamenta spesso del persistere di alcuni sintomi, può essere di grande aiuto parlarne direttamente e convocare i genitori nel caso di un minore. Creare uno spazio di confronto e ascolto fa sentire accolti e restituisce un messaggio di speranza e ottimismo a chi vive una situazione di difficoltà continuativa.
È auspicabile intraprendere un percorso di psicoterapia individuale o familiare per dare un significato a ciò che succede e sostenere la motivazione. Possono anche essere indicati gruppi di studio o centri specializzati nel supporto scolastico.
Al contrario, i comportamenti da evitare sono la colpevolizzazione verso i sintomi da parte dei genitori, degli insegnanti o di altri tutori, sovraccaricare lo studente di compiti per recuperare un buon andamento scolastico e sminuire l’esperienza che il bambino o il ragazzo vive.
Abbiamo voluto approfondire l’argomento con la Dottoressa Giulia Ulivi, psicologa, di MioDottore, che ha aderito al progetto di video consulenza online attivato dalla piattaforma.