Telemedicina: i vantaggi che non ti aspettavi
La telemedicina potrebbe offrire molti vantaggi inaspettati. Ecco cosa emerge da un nuovo studio.
Un nuovo studio condotto dai membri della West Virginia University School of Medicine rivela che la telemedicina potrebbe migliorare i livelli di soddisfazione dei pazienti e la loro qualità di vita. Lo studio, pubblicato sul The Annals of Vascular Surgery, rivela che con la telemedicina un operatore sanitario potrebbe utilizzare un computer, un tablet o un altro dispositivo elettronico per valutare da remoto i sintomi dei propri pazienti, diagnosticare malattie o ferite e prescrivere eventuali trattamenti. Inoltre, potrebbe comunicare con il paziente ponendogli delle domande inerenti il suo stato di salute.
Per giungere a questa conclusione, gli esperti hanno arruolato un campione di 30 partecipanti in convalescenza dopo un intervento di chirurgia vascolare. Sedici pazienti avevano ricevuto un tablet con un’app di telemedicina sviluppata da TeleMed 2020 Inc, che ha facilitato la comunicazione con gli infermieri che gestiscono le cure dei pazienti.
Come parte del kit di monitoraggio casalingo, i pazienti hanno inoltre ricevuto dei termometri, bracciali per la pressione sanguigna, bilance e dispositivi per misurare i livelli di saturazione di ossigeno nel sangue. Ogni settimana i partecipanti rispondevano alle domande in merito ai livelli di soddisfazione e benessere emotivo. Altri 14 partecipanti avevano ricevuto un trattamento standard di cura, senza particolari attrezzature di monitoraggio o di telemedicina.
Dopo 30 giorni, i ricercatori hanno effettuato una serie di confronti tra i membri dei due gruppi, ed hanno scoperto che i pazienti del gruppo di telemedicina hanno ottenuto punteggi migliori in termini di funzionalità fisica, salute mentale e limiti dovuti a problemi di salute fisica.
Inoltre, la stragrande maggioranza dei pazienti che hanno utilizzato l’app ha ritenuto che si trattasse di uno strumento intuitivo da usare, in grado di migliorare il loro benessere.
via | ScienceDaily
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