THC nelle analisi del sangue: tutto quello che devi sapere
Nelle analisi del sangue risulta il THC, ma solo quando si eseguono appositi test tossicologici. La sostanza è presente anche nelle urine e nel sudore
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Il THC si vede nelle analisi del sangue? E per quanto tempo rimane nell’organismo, risultando così individuabile attraverso analisi o test tossicologici? Prima di rispondere a queste domande, facciamo un piccolo passo indietro, e vediamo cosa è esattamente il THC.
Di certo avrai già sentito nominare questa sostanza diverse volte, ma forse hai sentito parlare ancor più spesso di Cannabis o marijuana. Sappiamo che si tratta di una sostanza psicoattiva, che si ricava dalle infiorescenze femminili di una pianta molto famosa, quella della canapa o Cannabis Sativa.
All’interno di questa pianta – che viene impiegata anche in ambito tessile e nella produzione della carta – si trovano numerose sostanze. Fra queste, le più note sono due, ovvero il CBD (cannabidiolo) e il THC (Delta-9-tetraidrocannabinolo, anche detto semplicemente “tetraidrocannabinolo”).
Cosa è il THC?
Sappiamo dunque che il tetraidrocannabinolo o THC è una delle sostanze psicoattive presenti nella Cannabis. Rispetto al CBD, il THC ha un’azione più blanda, e non produce gli stessi effetti psicotropi. Dopo essere stato assorbito, il THC si distribuisce nel corpo, concentrandosi soprattutto sul cervello, dove ha la capacità di superare la barriera emato-encefalica.
Nel nostro cervello si trovano specifici recettori (recettori cannabinoidi) localizzati soprattutto nelle aree deputate alla capacità di pensiero, a quella di memoria, concentrazione, al centro del piacere e a quello della cognizione spazio-temporale.
È su questi centri che agisce principalmente il THC, andando a interferire con le nostre funzioni e producendo degli effetti psicotropi. Il THC può anche alterare le funzioni sensoriali e percettive della persona, effetti spesso ricercati da coloro che utilizzano la cannabis per scopri ricreativi e ludici.
Come agisce il THC?
Solitamente, dopo aver assunto prodotti contenenti THC, la persona avverte un senso di euforia, di rilassamento o di benessere generale. Gli effetti tendono a manifestarsi dopo circa 20 minuti, raggiungendo il culmine 30 minuti dopo aver fumato.
Dopodiché, dopo aver raggiunto l’high, l’effetto inizia a scemare, riducendosi man mano nell’arco di 3-4 ore. Sebbene dopo questo lasso di tempo gli effetti della Cannabis tendano a sparire, il THC rimane presente nel sangue e in altri tessuti e fluidi biologici per un lasso di tempo più prolungato.
Va inoltre specificato che gli effetti della marijuana possono variare molto da persona a persona, in base all’età del soggetto, in base allo stato di salute, alla frequenza di utilizzo e – naturalmente – anche in base al tipo di marijuana consumato.
Oltre che per fini “ricreativi”, l’uso di prodotti a base di Cannabis si è man mano sempre più diffuso anche per scopi terapeutici e medicinali (cannabis terapeutica). Ricordiamo infatti che il THC esercita anche effetti analgesici e antidolorifici. Questa sostanza è in grado di stimolare l’appetito, ed è utilizzata nei pazienti oncologici, specialmente durante i cicli di chemioterapia.
Il THC può essere impiegato anche nei pazienti in grave sottopeso o nelle persone con disturbi di anoressia, nelle persone con HIV e Aids e in chi soffre di patologie come sclerosi multipla, sindrome di Tourette o dolore cronico.
Il THC si vede nelle analisi del sangue generali?
Ma rispondiamo adesso a una domanda che molte persone si pongono: il THC si vede nelle analisi del sangue? La risposta è no, se si parla di analisi del sangue generali.
Quando ci si sottopone a degli esami del sangue completi, a seconda dei casi, può però essere richiesto anche un test tossicologico, che permette di individuare l’eventuale utilizzo di sostanze stupefacenti anche a distanza di diversi mesi.
In tutti gli altri casi, non è possibile individuare la presenza di tracce di THC nelle analisi del sangue, se non vengono richiesti specificatamente dei test per individuare questa o altre sostanze stupefacenti.
Quali sono gli esami che rilevano il THC?
Sappiamo adesso che nelle analisi del sangue non si vede il THC, ma quali sono, invece, gli esami che riescono a individuarne la presenza? La ricerca di cannabinoidi o di altre sostanze stupefacenti nel sangue (e non solo) può avvenire in modi differenti.
All’esame del sangue, si aggiungono infatti i test sulle urine per rilevare la presenza di THC. Sono disponibili anche test salivari, analisi del sudore ed esami sul capello.
Vediamo fino a quanto tempo dopo l’assunzione di cannabis è riscontrabile il THC nelle analisi:
- Test salivare: è possibile riscontrare tracce di THC nella saliva della persona per un periodo che va da 2 ore fino a 24 ore dopo l’assunzione.
- Esame delle urine: nelle urine, il THC può essere individuato in un lasso di tempo che va da 5 ore a 7 giorni dopo l’ultimo consumo di cannabinoidi.
- Esame del sudore: nel sudore, le tracce di THC possono essere riscontrate entro un massimo di pochi giorni dopo il consumo. Pur non essendo preciso come l’esame del sangue, si tratta comunque di un test utile per individuare un eventuale recente consumo di cannabis.
- Esame del sangue: aiuta a stabilire se la persona ha assunto o assume attualmente sostanze a base di cannabis. In questo caso, può essere riscontrata traccia della sostanza da 5 fino a 48 ore dopo l’assunzione.
- Esame del capello: per avere un quadro più ampio, è possibile fare ricorso al test del capello, che consente di individuare anche un consumo non recentissimo di cannabis. Questo esame viene eseguito staccando un capello dalla persona, che verrà poi esaminato. Il test è in grado di fornire dati in merito a un’assunzione di cannabis in un arco temporale piuttosto ampio, che va da 5 ore, fino anche a 3 mesi dopo la singola assunzione.
Nelle persone che consumano regolarmente sostanze cannabinoidi (ovvero nei fumatori cronici), i risultati possono essere positivi anche a distanza di diverse settimane o mesi dall’ultima assunzione (a seconda del metodo di analisi scelto). Ciò è dovuto al processo di accumulo nel corpo.
THC nelle analisi del sangue: quanto dura?
Come abbiamo potuto vedere, il periodo di tempo durante il quale il THC risulta rilevabile, in seguito all’assunzione di cannabis, varia in base all’esame eseguito. Quando si parla di analisi del sangue, la sostanza è individuabile fino a 2 giorni dopo l’assunzione.
I livelli di THC nel sangue dipendono anche da molteplici fattori. Possono ad esempio variare in base alla persona, in base al metabolismo, alla potenza della marijuana (ovvero in base a quanto è “forte”), oltre che alla frequenza di utilizzo e alla quantità di droga consumata.
Un fatto curioso: secondo alcuni studi, è possibile individuare tracce di THC nel sangue di persone che non hanno mai fatto uso di Cannabis, ma che sono state esposte al fumo passivo.
Si può eliminare il THC dal corpo?
Infine, ricordiamo che, in base alle nostre conoscenze, il solo modo per evitare che emerga la presenza di THC nelle analisi del sangue o in altri tipi di test è – banalmente – quello di non assumere marijuana o cannabis.
On line potresti trovare stratagemmi molto curiosi. C’è chi consiglia di correre e di sudare molto per eliminare il THC, chi consiglia di bere ogni quarto d’ora, chi di lavare spesso i capelli (usando persino uno shampoo che eliminerebbe il THC), e c’è anche chi indica le vitamine del gruppo B, il latte o il carbone attivo come soluzioni veloci per favorire l’eliminazione di questa sostanza.
In realtà, non c’è nulla di dimostrato o certo.
L’unico “stratagemma” per superare il test antidroga è quello di non consumare sostanze stupefacenti.
Fonti