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Su TikTok si gioca alla Shoah: non è ignoranza, ma mancanza di etica

L’HolocaustChallenge sta indignando il mondo: ecco cosa c’è dietro la nuova sfida lanciata su TikTok.

Su TikTok si gioca alla Shoah: non è ignoranza, ma mancanza di etica

Si chiama #HolocaustChallenge, ed è solo l’ultima di una serie di sfide assurde e senza senso lanciate sui social negli ultimi anni. Dalla Skullbreaker Challenge (nota anche come Challenge dello sgambetto spaccatesta) alla sfida che sprona i giovani a fingere di essere delle vittime dell’olocausto il passo è stato davvero breve, inaspettato e raggelante. La nuova Challenge è partita su TikTok poche settimane fa, ed ha già fatto scalpore.

Ufficialmente lo scopo del gioco sarebbe quello di sensibilizzare gli utenti in merito al dramma della Shoah, ma in realtà il risultato che ne emerge è ben diverso.

Un giorno portarono me e la mia famiglia in un posto strano. Iniziarono a darci delle divise. Eravamo costretti a lavorare e ci davano poco cibo. Un giorno ci costrinsero ad entrare in una doccia e…

sono queste le parole pronunciate all’inizio dei video.

Vedere giovani che (fortunatamente) non hanno conosciuto il dramma della deportazione o della guerra, mentre fingono di essere vittime di uno dei momenti più neri della storia del mondo, fa davvero rabbrividire. La pensano così anche tanti esponenti della comunità ebraica, che non possono che condannare una simile “sfida”, frutto di una società che forse ha dato troppa poca importanza allo studio e alla comprensione della storia più recente.

#HolocaustChallenge, siamo di fronte a una malattia mentale collettiva?

In un’intervista rilasciata all‘Huffington Post Anna Foa, insegnante di Storia moderna all’Università Sapienza di Roma, ha dichiarato che questa volta non ci troviamo di fronte a un fenomeno scaturito dall’ignoranza, ma piuttosto dalla mancanza di uno sguardo etico:

Vedo un disperato bisogno di portare la violenza su di sé. Che non rivela soltanto l’incapacità di capire cosa è stato, perché allora basterebbe spiegare, studiare, insegnare. Qui siamo di fronte a qualcosa che rivela una forma di malattia mentale collettiva.

Dal canto suo, TikTok ha preso le distanze dal fenomeno, eliminando l’hashtag #HolocaustChallenge e reindirizzando qualsiasi ricerca relativa a tale hashtag sulla pagina delle Linee Guida della Community. Probabilmente sarebbe meglio reindirizzare i giovani verso contenuti e pagine che facciano comprendere davvero il dramma dell’olocausto.

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Foto di Peter Tóth da Pixabay

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