Tiroide, dal 2015 il carcinoma sarà il secondo tumore più diffuso nelle donne
Ne hanno parlato gli esperti durante il congresso dell'Associazione Italiana della Tiroide. Il cancro, però, non è l'unico motivo per cui prendersi cura di questa ghiandola
Non solo seno: la salute delle donne è messa in pericolo anche dal tumore alla tiroide. Dal 2015, infatti, il carcinoma alla tiroide sarà il secondo tumore femminile più frequente nei paesi più sviluppati dal punto di vista economica. Ad annunciarlo sono gli esperti che si sono riuniti a Milano in occasione del Congresso Nazionale dell’AIT, l’Associazione Italiana della Tiroide.
Giunto alla sua ottava edizione, il congresso ha animato la sede centrale dell’Università degli Studi di Milano dallo scorso giovedì 27 a ieri, sabato 29 novembre. La diffusione del carcinoma alla tiroide è stata uno degli argomenti attorno ai quali è ruotato l’evento.
Circa il 10 per cento della popolazione italiana soffre di disturbi tiroidei
ha spiegato il presidente dell’AIT, Paolo Beck-Peccoz, ricordando che la tiroide è una
piccola quanto “importante” ghiandola endocrina posta alla base del collo che controlla molte delle funzioni del nostro corpo, dalle funzioni metaboliche allo sviluppo del Sistema Nervoso Centrale, dalla crescita alla fertilità.
Potenzialmente in ogni famiglia c’è una persona con un problema di tiroide. Ad essere più a rischio sono i membri di sesso femminile. Infatti nelle donne l’incidenza è 8 volte superiore che negli uomini.
Per quanto riguarda nello specifico il carcinoma, secondo gli esperti l’aumento inatteso dell’incidenza di questo tumore è dovuto a una maggiore frequenza degli screening nella popolazione, screening non necessariamente mirati al monitoraggio della salute alla tiroide. Capita infatti che durante controlli di altre patologie si scoprano piccoli tumori in una fase di sviluppo molto precoce. Identificarli in questo modo è una vera e propria fortuna: nella maggior parte dei casi questi piccoli tumori hanno bisogno di trattamenti meno aggressivi rispetto a quelli necessari per affrontare le forme di cancro alla tiroide diagnosticate decenni fa. Non a caso Beck-Peccoz ha sottolineato l’importanza di
poter arrivare sempre meglio a una diagnosi precoce e soprattutto a una diagnosi ben chiara che differenzi la benignità dalla malignità.
Il congresso è stato l’occasione per parlare anche di altre problematiche che coinvolgono la tiroide. In particolare, Beck-Peccoz ha ricordato che in casi particolari come quelli delle donne che affrontano una procreazione medicalmente assistita questa ghiandola deve funzionare in modo esatto.
Se non funziona in maniera precisa bisogna saperlo
ha spiegato l’esperto
perché durante la gravidanza, soprattutto nei primi mesi, la donna deve produrre il 30% in più di ormoni, quindi deve avere una tiroide che riesca a fare questa cosa. La tiroide deve funzionare una maniera assolutamente precisa perché se no chi ne subirà gli effetti negativi sarà sicuramente il feto.
Per scoprire le altre tematiche al centro del congresso guardate il video in apertura di questo post!
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Via | Agi