Trapianti, neonata di 6 giorni dona reni e cellule del fegato
Succede nel Regno Unito, dove il caso è primo nel suo genere
In un intervento definito pietra miliare della neonatologia un gruppo di medici britannici ha eseguito un trapianto d’organi donati da una neonata di soli 6 giorni di vita. Descritta sulle pagine della rivista Archives of Diseases in Childhood, la donazione è la prima mai effettuata nel Regno Unito in così tenera età e ha permesso a di utilizzare il suoi reni e alcune cellule del fegato per curare due pazienti affetti, rispettivamente, da insufficienza renale e insufficienza epatica.
La bambina era nata in condizioni di salute molto critiche. Le analisi condotte hanno portato i medici ad ipotizzare che fosse rimasta senza ossigeno prima della nascita e nonostante le procedure di soccorso messe in atto i danni cerebrali riportati dalla piccola sono parsi moto gravi. Dopo che il suo cuore ha smesso di battere i genitori, in un atto definito di medici di “generosità straordinaria”, hanno acconsentito all’espianto degli organi, operazione estremamente difficoltosa e intricata, soprattutto per quanto riguarda i reni. In una neonata di 6 giorni, infatti, questi organi sono lunghi appena 5 centimetri.
I trapianti in età neonatale portati a termine fino ad oggi sono molto pochi.
Siamo felici del fatto che il primo trapianto di organi da un neonato nel Regno Unito sia stato un successo e lodiamo la coraggiosa decisione della famiglia di donare gli organi della loro bambina
ha commentato James Neuberger, esperto della sezione Sangue e Trapianti del National Health Service britannico, sottolineando che
la triste realtà è che perché tutti possano ricevere il trapianto salvavita di cui hanno disperatamente bisogno più famiglie che si trovano ad affrontare la tragica perdita dei loro giovani figli dovrebbero acconsentire alla donazione.
L’invito, quindi, è alla donazione, un gesto che secondo Gaurav Atreja, medico coinvolto nel caso della neonata britannica di soli 6 mesi, può avere dei risvolti positivi per la famiglia, com’è stato proprio in questo caso, in cui i familiari della piccola
sono riusciti a vedere qualcosa di buono in un’esperienza negativa.
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Via | BBC