Benessereblog Salute Trapianto di rene record a Torino: 82enne dona il suo al figlio

Trapianto di rene record a Torino: 82enne dona il suo al figlio

Trapianto di rene record a Torino: 82enne dona il suo al figlio di 53 anni dandogli una speranza immediata.

Trapianto di rene record a Torino: 82enne dona il suo al figlio

Ad un paio di giorni dalla Giornata Mondiale del rene giunge la notizia di un trapianto record. A Torino, un 82enne ha donato il proprio per salvare il figlio 53enne.

L’ospedale Le Molinette di Torino ha fatto da sfondo a questo gesto di estrema generosità. Padre e figlio, originari di un’altra regione del Nord Italia, sono giunti a Torino dove “Le Molinette” vanta un Centro trapianti renali con la più grande esperienza a livello nazionale e, in particolare, in ambito di trapianti renali complicati. Il figlio, affetto da glomerulonefrite, una malattia di natura infiammatoria a carico dei reni che ne compromette la capacità filtrante – rischiava di andare in dialisi. E, pertanto, era in lista di attesa per ricevere un trapianto.

Trapianto di rene record a Torino: 82enne dona il suo al figlio

Il trapianto di rene record

Ma, come spesso accade, i tempi di attesa era piuttosto lunghi. Così, l’anziano genitore, in buone condizioni di salute – che i medici hanno naturalmente sottoposto a tutti gli accertamenti del caso – si è proposto di donargli il suo. Dando una più immediata speranza al figlio, padre di famiglia, una vita come quella di tanti uomini della sua età. In tempi relativamente brevi sono stati ricoverati presso l’ospedale torinese e sottoposti all’intervento guidato dalle équipe di chirurghi vascolari e urologi, dirette rispettivamente da Aldo Verri e Paolo Gontero con l’assistenza anestesiologica dell’équipe Roberto Balagna.

Nonostante non vi siano limiti posti all’età del donante, a questa deve comunque essere collegato un quadro clinico rispondente a determinati requisiti. Come ha dichiarato Luigi Biancone, direttore della Nefrologia e Responsabile del Programma di Trapianto di Rene dell’ospedale

“il dato anagrafico va rapportato con i dati clinici, morfologici e funzionali che possono segnalare un’età biologica più bassa”.

Via | Ansa

Photo | Pixabay

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