Triclosan, arrivano i rischi per il fegato: fibrosi e cancro
La sua sicurezza è messa in dubbio ormai da tempo e ora l'ennesima ricerca svela nuovi pericoli. Facciamo il punto della situazione
Indurre fibrosi epatica e cancro al fegato: è questa la nuova accusa mossa dal mondo della ricerca nei confronti del triclosan, un antibatterico di origine sintetica presente in un’ampia gamma di prodotti, inclusi sapone, cosmetici, dentifrici e shampoo. Uno studio pubblicato su Pnas dagli esperti dell’Università della California ha infatti svelato che nei topi questa sostanza accelera lo sviluppo del carcinoma epatocellulare, agendo come un promotore del tumore al fegato
I topi trattati con triclosan mostravano un ampio aumento della molteplicità dei tumori, della loro dimensione e della loro incidenza rispetto ai topi di controllo
spiegano gli autori dello studio, aggiungendo che
la rigenerazione e la fibrosi del fegato mediate dal triclosan hanno preceduto la sviluppo del tumore epatocellulare e potrebbero rappresentare il meccanismo promotore del tumore principale attraverso cui agisce il triclosan.
Una sostanza al bando
I dubbi sulla sicurezza del triclosan non sono certo una novità. In Svezia è una delle sostanze il cui uso è più spesso vietato, mentre nel Minnesota nel 2017 entrerà in vigore una legge che renderà illegale qualunque prodotto che lo contenga.
Da parte sua la Comunità Europea lo classifica come tossico per l’ambiente acquatico, ma il suo uso nei cosmetici e nei prodotti per l’igiene personale non è del tutto vietato. Semplicemente, la sua concentrazione massima consentita è fissata allo 0,3%. Tuttavia, nel 2011 lo Scientific Committee on Consumer Safety ha stabilito che questo limite è sicuro nel caso dei dentifrici, dei saponi, dei deodoranti stick (ma forse non di quelli spray), delle ciprie e nei correttori. Nel caso dei collutori è invece considerata sicura una concentrazione massima dello 0,5-0,2%. E mentre la sua presenza nei prodotti per le unghie è considerata sicura, non lo è nei prodotti senza risciacquo, come le lozioni per il corpo.
Gli studi condotti nel corso degli anni hanno scoperto che tracce di triclosan possono finire nelle urine, nel latte e in altre secrezioni biologiche. Non solo, in alte concentrazioni può alterare il funzionamento del sistema endocrino, quello del cuore e quello dei muscoli scheletrici. L’ultimo allarme risale però allo scorso mese di aprile, quando i ricercatori dell’Università del Michigan hanno scoperto che questo antibatterico può entrare del naso di chi usa prodotti che lo contengono. Qui la sua presenza è spesso associata a quella dello Staphylococcus aureus, microbo nemico della salute che proprio in presenza di triclosan aumenta la sua capacità di legarsi alle proteine umane.
A questi indizi sulla sua pericolosità si aggiungono ora quelli derivanti dallo studio su Pnas, i cui autori non hanno dubbi:
la rilevanza della tossicità del triclosan per il fegato
concludono i ricercatori dell’Università della California
dovrebbe essere valutata.
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