Benessereblog Salute Troppi antibiotici per bambini e anziani: l’Aifa bacchetta medici e pediatri

Troppi antibiotici per bambini e anziani: l’Aifa bacchetta medici e pediatri

L’Aifa bacchetta medici e pediatri per le eccessive prescrizioni di antibiotici.

Troppi antibiotici per bambini e anziani: l’Aifa bacchetta medici e pediatri

L’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha recentemente bacchettato medici e pediatri per le eccessive prescrizioni di antibiotici che si registrano nel nostro Paese. In particolar modo, pare che al Sud si consumino più antibiotici che al Nord; un problema da non sottovalutare, se si considera che il fenomeno della resistenza agli antibiotici è in aumento in tutto il mondo.

Tale fenomeno concede campo libero a superbatteri difficilmente contrastabili con le medicine, che possono quindi provocare gravissimi danni per il paziente. Nonostante il consumo di antibiotici in Italia sia lievemente in calo rispetto al passato, il nostro Paese rimane comunque uno di quelli in cui questo problema deve essere attenzionato. In particolar modo, al Sud il consumo è risultato maggiore rispetto che al Centro e al Nord.

Il più usato di tutti i medicinali di questa categoria (l’amoxicillina più acido clavulanico, come Augmentin e altri generici) viene prescritto anche laddove potrebbe essere prescritta la sola amoxicillina, che – come spiegano gli esperti – ha uno spettro d’azione più selettivo e un minor impatto sulle resistenze.

Ciò è particolarmente evidente nella popolazione pediatrica. Tale fenomeno è in contrasto con l’indicazione contenuta in molte linee guida, secondo le quali l’amoxicillina è considerata la terapia di prima scelta per il trattamento in ambito territoriale delle infezioni batteriche più frequenti in pediatria, quali la faringotonsillite streptococcica e l’otite media acuta

fa sapere l’Aifa, che aggiunge come a preoccupare sia anche il fatto che la metà dei bambini italiani consumano almeno una confezione di antibiotici già nel primo anno di vita, quantità che pare si mantenga pressoché costante fino ai sei anni di età del bambino.

Per risolvere il problema, bisogna innanzitutto portare avanti iniziative di informazione e formazione in modo da migliorare “l’appropriatezza prescrittiva” da parte di medici di famiglia e pediatri.

via | Repubblica

Foto da Pixabay

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