Benessereblog Salute Tumore al colon, scoperte cellule dormienti resistenti alle terapie

Tumore al colon, scoperte cellule dormienti resistenti alle terapie

L'ISS ha scoperto per il tumore al colon alcune cellule dormienti che risultano essere ultra resistenti alle cure.

Tumore al colon, scoperte cellule dormienti resistenti alle terapie

L’Istituto Superiore di Sanità ha scoperto durante uno studio sul cancro al colon delle cellule dormienti che risultano essere ultra resistenti alle terapie contro il tumore. La ricerca è stata condotta da un team di ricercatori guidati dalla dottoressa Ann Zeuner del Dipartimento di Oncologia e Medicina Molecolare ed è stata pubblicata sul Journal of Experimental and Clinical Cancer Research.

Lo studio, reso possibile con il sostegno della Fondazione AIRC, è fondamentale per capire come i tumori possono resistere alle terapie antitumorali. Nel dettaglio, la ricerca ha analizzato i tumori del colon, andando a individuare una serie di cellule che possono rimanere nello stato di quiescenza e che non possono moltiplicarsi attivamente, a differenze delle altre cellule tumorali. Però hanno un maggiore potenziale cancerogeno e una maggiore resistenza alle terapie.

Grazie all’individuazione delle cellule dormienti si possono fare passi da giganti nella ricerca sul tema della chemio resistenza e delle cellule staminali tumorali, su cui si basa oggi la ricerca degli esperti nella battaglia contro i tumori.

Ann Zeuner spiega:

Le cellule tumorali quiescenti si possono paragonare ai semi delle piante, in quanto possono rimanere inattive a lungo e resistere a condizioni ambientali avverse per poi risvegliarsi e rigenerare un tumore a distanza di molti anni. Per questo è molto importante studiarle e capire i loro punti deboli, in modo da eliminarle mentre si trovano nello stato dormiente o almeno impedire loro di risvegliarsi.

Alle sue parole si aggiungono quelle di Silvio Brusaferro, presidente ISS:

Questo studio mostra come la tutela e la promozione della salute per un Istituto come il nostro debba necessariamente passare anche attraverso l’inscindibile legame tra la ricerca e i programmi di sanità pubblica.

Foto Pixabay

Via | Ansa

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