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Tumore al colon, qual è la terapia migliore?

La terapia migliore per il tumore al colon dipende da diversi fattori. Ecco quali sono le opzioni attualmente disponibili

Tumore al colon, qual è la terapia migliore?

Quando si ha a che fare con il tumore al colon non esiste una sola possibile terapia. La scelta migliore varia da caso a caso e dipende dallo stadio di sviluppo del cancro, dello stato di salute del paziente e da se il tumore è ricomparso dopo essere stato già precedentemente trattato.

Attualmente sono quattro i possibili approcci alla cura del cancro utilizzati nella pratica clinica: quello chirurgico, la chemioterapia, la radioterapia e la cosiddetta target therapy. Vediamo le loro caratteristiche.

Chirurgia

La rimozione del tumore con un intervento chirurgico è il trattamento più diffuso. Il chirurgo può procedere a:

  • un’escissione locale nel caso degli stadi più precoci. L’operazione viene eseguita senza dover tagliare l’addome, ma inserendo gli strumenti direttamente nell’intestino. Se il tumore è un polipo l’operazione prende il nome di polipectomia;
  • una resezione, adatta per masse tumorali più voluminose. Viene rimossa una parte del colon (colectomia) e le porzioni rimanenti vengono ricongiunte fra loro (anastomosi). In genere vengono rimossi anche i linfonodi che si trovano vicino al colon per verificare se alcune cellule tumorali sono passate al loro interno;
  • una resezione con colostomia. Se dopo la colectomia non è possibile eseguire un’anastomosi l’intestino viene messo in comunicazione con l’esterno del corpo creando un’apposita apertura, attorno alla quale viene posizionata una sacca per raccogliere il materiale che ne fuoriesce. A volte si tratta di una soluzione temporanea, ma se deve essere rimosso l’intero colon può essere una soluzione definitiva;
  • un’ablazione mediante radiofrequenza. Le cellule tumorali vengono uccise utilizzando sottili elettrodi. A seconda dei casi l’intervento può richiedere l’anestesia locale o quella totale;
  • un trattamento crioterapico. Il tessuto tumorale viene distrutto congelandolo.

A volte dopo l’intervento è necessario sottoporsi a chemio- o radioterapia per eliminare ogni eventuale cellula tumorale residua e ridurre il rischio che il cancro si ripresenti.

Chemioterapia

La chemioterapia consiste nell’assunzione di farmaci che impediscono alle cellule tumorali di dividersi o le uccidono. I chemioterapici possono essere assunti per via orale oppure essere iniettati a seconda del tipo e dello stadio di sviluppo del tumore.

Se il cancro si è esteso al fegato può essere necessaria una chemioembolizzazione, una metodica che prevede di bloccare l’arteria epatica e di iniettare il farmaco fra il blocco e il fegato, in modo che raggiunga direttamente quest’ultimo. Il blocco può essere temporaneo o permanente.

Radioterapia

La radioterapia utilizza le radiazioni (ad esempio i raggi X) per uccidere le cellule tumorali o bloccarne la crescita. Può essere:

  • esterna, basata sull’uso di macchinari che emettono radiazioni;
  • interna, che prevede di introdurre sostanze radioattive direttamente nella massa tumorale o nelle sue vicinanze.

Anche in questo caso la tecnica utilizzata dipende dal tipo e dallo stadio di sviluppo del tumore.

Target Therapy

Si tratta di trattamenti che attaccano in modo specifico le cellule tumorali senza danneggiare quelle sane. Ne è un esempio la terapia basata sull’uso degli anticorpi monoclonali, molecole in grado di riconoscere sostanze presenti sulle cellule tumorali o che potrebbero favorirne la crescita. Attaccandosi ad esse le possono uccidere, bloccarne la crescita o impedire loro di diffondersi nell’organismo.

Gli anticorpi monoclonali vengono somministrati tramite infusione e possono essere utilizzati da soli o portando con sé farmaci, tossine o materiale radioattivo che colpiranno le cellule tumorali.

Via | National Cancer Institute
Foto | Flickr

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