Tumore al polmone, la chemioterapia standard è il trattamento più efficace
Secondo i dati resi pubblici da un recente studio scientifico, il trattamento migliore e più efficace per poter curare il tumore al polmone rimarrebbe la chemioterapia standard. Ecco cosa ha svelato un team di ricercatori italiano.
La rivista Lancet Oncology ha pubbicato uno studio tutto italiano di un team di oncologia dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano sulla maggiore efficacia della chemioterapia standard nel caso di tumore al polmone non a piccole cellule. I dati, anticipati in occasione del congresso del 2012 dell’American Society of Clinical Oncology di Chicago, sono stati resi pubblici.
Lo studio, condotto da Marina Garassino, ricercatrice dell’istituto dei Tumori di Milano e realizzato in collaborazione con i Dipartimenti di Anatomia patologica del Fatebenefratelli e dell’Ospedale Niguarda di Milano, ha svelato che la chemioterapia standard può essere maggiormente efficace nel trattamento del 90% dei tumori ai polmoni non a piccole cellule. Questo trattamento è più efficace in questi casi rispetto ai nuovi farmaci a bersaglio molecolare, che colpiscono solo le cellule malate.
I pazienti con tumore ai polmoni trattati con la classica chemioterapia hanno una sopravvivenza superiore rispetto a quelli trattati con erlotinib. Lo studio indipendente, che ha coinvolto 52 ospedali e che è stato finanziato dall’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco, ha così dimostrato che si possono evitare terapie non efficaci, facendo anche risparmiare soldi al Sistema Sanitario Nazionale:
La ricerca ha dimostrato che il farmaco a bersaglio molecolare erlotinib non è per tutti. Non tutti i tumori del polmone sono legati al fumo. I pazienti che non hanno mai fumato spesso presentano una mutazione di un particolare gene, EGFR, che rende su di loro particolarmente efficaci alcuni farmaci molecolari come erlotinib e gefitinib, e ora anche afatinib. Viceversa, nei pazienti fumatori o ex fumatori queste mutazioni sono estremamente rare. A distanza di 5-6 anni dall’immissione in commercio dei farmaci a target molecolare non era ancora chiaro se questa tipologia di pazienti beneficiasse veramente di erlotinib. Grazie a questo studio, abbiamo visto che sui pazienti senza le mutazioni di EGFR, piu’ numerosi, la chemioterapia tradizionale ha piu’ effetto. C’e’ comunque qualche paziente che, pur non avendo tali caratteristiche genetiche, beneficia ugualmente di erlotinib, e la nostra ricerca andra’ avanti per identificare anche questi casi.
Queste le parole di Marina Garassino, mentre Massimo Broggini, direttore del laboratorio di farmacologia molecolare dell’Irccs Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, ha sottolineato che questo è stato uno dei primi studi al mondo sul tumore al polmone che ha analizzato il dna di più di 500 pazienti e che ha dimostrato che per poter mettere in atto le cure migliori è bene procedere con l’analisi genetica dei tumori. Un passo in avanti importante e significativo per la personalizzazione delle cure in caso di cancro.
Via | Agi
Foto | da Flickr di tipstimes