Un biosensore sul dente svela e analizza quello che mangiamo
Un minuscolo sensore sul dente può raccontare quello che mangiamo e le nostre abitudini alimentari.
Il brillantino sul dente è stato di gran moda negli ultimi anni e ha fatto storia nel mondo della musica circa 3 decenni fa. Oggi torna, in una veste totalmente nuova, grazie a uno studio della Tufts University School of Engineering , guidati dall’italiano Fiorenzo Omenetto. Hanno messo a punto un piccolo quadratino da applicare su un dente: si tratta di un biosensore miniaturizzato capace di trasmettere informazioni sull’assunzione di glucosio, sale e alcol.
È uno strumento sofisticato per monitorare quello che si sta assumendo, ma questo biosensore può essere applicato a qualsiasi superficie ed è piccolissimo (2 millimetri per 2 millimetri). Per adesso è stato studiato per sapere cosa mangiamo, elaborare le nostre abitudini alimentari.
Come funziona? È wireless e comunica attraverso la radiofrequenza.
I sensori sono costituiti da tre strati sovrapposti: uno strato centrale «bioresponsivo», che assorbe il nutriente o altri prodotti chimici da rilevare, e gli strati esterni costituiti da due anelli d’oro di forma quadrata. Insieme, i tre strati si comportano come una minuscola antenna, che raccoglie e trasmette onde a radiofrequenza.
Fiorenzo Omenetto , autore corrispondente e «Frank C. Doble Professor» di Ingegneria alla Tufts, ha spiegato:
In teoria possiamo modificare lo strato bioresponsivo in questi sensori per identificare altri componenti chimici. L’unico limite è davvero solo la nostra fantasia. Abbiamo esteso la comune tecnologia RFID (identificazione a radiofrequenza) a un sensore in grado di leggere e trasmettere dinamicamente le informazioni sul l’ambiente che lo circonda, applicato su un dente, sulla pelle o su qualsiasi altra superficie.
Via | Corriere