Un tatuaggio per monitorare il diabete
E' temporaneo ed evita di pungersi più volte al giorno per controllare la glicemia. Ecco di cosa si tratta
Quando si soffre di diabete monitorare i livelli di glucosio nel sangue durante la giornata è fondamentale per un corretto controllo della glicemia che eviti che la malattia si aggravi portando alla comparsa di spiacevoli effetti collaterali. Presto a rendere più semplice questo compito potrebbe essere un tatuaggio temporaneo. Messo a punto dagli esperti di nanoingegneria dell’Università della California di San Diego in uno studio pubblicato sulla rivista Analytical Chemistry, il sistema è ancora da considerare un prototipo, ma secondo gli esperti è già un promettente passo in avanti nell’ambito della misurazione non invasiva della glicemia in chi soffre di diabete.
Il sistema è formato da elettrodi stampati su carta per tatuaggi temporanei e permette di applicare sulla pelle una corrente elettrica molto bassa che scorrendo per 10 minuti nei fluidi presenti tra le cellule della pelle permette di misurare la carica elettrica prodotta dal glucosio presente proprio in questi fluidi, da cui è possibile risalire alla glicemia.
La concentrazione di glucosio estratta dal tatuaggio non invasivo è quasi centinaia di volte più bassa rispetto al livello corrispondente nel sangue umano
spiega Amay Bandodkar, primo nome dello studio.
Per questo abbiamo dovuto mettere a punto un sensore di glucosio altamente sensibile che riuscisse a rilevarne livelli così bassi con un’elevata selettività.
Al momento, però, il tatuaggio non permette la lettura diretta della glicemia. In altre parole, non è dotato di un monitor su cui leggere la concentrazione di glucosio ematica. Lo strumento che permetterà di farlo è attualmente in via di sviluppo e nelle ipotesi dei ricercatori potrebbe essere dotato di connessione Bluetooth per archiviare le misurazioni nel cloud o direttamente nel computer del medico curante.
I ricercatori stanno lavorando anche per far sì che il tatuaggio, che al momento può essere utilizzato un giorno, duri più a lungo. Il sistema, insomma è ancora in una fase embrionale e bisognerà aspettare del tempo prima che si arrivi alla fine del suo sviluppo e che possa essere utilizzato da chi soffre di diabete.
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Via | UC San Diego News Center