Un vaccino universale contro l’influenza
I risultati di un nuovo studio aprono la strada alla possibilità di vaccinarsi solo una volta nella vita. Ecco i dettagli
Gli esperti lo ricordano ogni anno: il vaccino contro l’influenza deve essere ripetuto ogni anno. Il motivo è semplice da spiegare. Il problema sta infatti nella spiccata capacità del virus di cambiare diventando irriconoscibile da parte degli anticorpi prodotti dal sistema immunitario dopo la vaccinazione. Va da sé che il vaccino fatto l’anno precedente non permette di sconfiggere i nuovi ceppi virali che circoleranno durante la stagione influenzale in corso. In futuro, però, potremmo avere tutti a disposizione un vaccino antinfluenzale universale. La notizia arriva dalle pagine del Journal of Virology, che ha pubblicato i risultati di uno studio della McMaster University (Hamilton, Canada) e dell’Icahn School of Medicine at Mount Sinai (New York, Stati Unti) che ha permesso di identificare una nuova classe di anticorpi in grado di neutralizzare molti virus dell’influenza A.
Confrontando in test di laboratorio anticorpi diretti contro ceppi specifici del virus influenzale (quelli generati dai vaccini attuali) con anticorpi ad ampio spettro (generati, invece, dai vaccini universali), gli autori dello studio hanno rilevato che questi ultimi sono meno efficaci contro il virus. Tuttavia, nel loro ambiente naturale l’efficacia dei tuoi tipi di anticorpi è simile; per di più in queste circostanze gli anticorpi ad ampio spettro riescono a neutralizzare più ceppi del virus.
Matthew Miller, responsabile dello studio, spiega che un vaccino basato su questi anticorpi dovrebbe essere somministrato una sola volta e potrebbe proteggere da tutti i ceppi di influenza, anche quando il virus muta.
Ciò
sottolinea l’esperto
potrebbe prevenire l’insorgenza di pandemie di influenza e la scarsa efficacia del vaccino nel caso in cui non corrisponda al ceppo virale, come è successo quest’anno.
In effetti la stagione influenzale 2014-2015 è iniziata con una cattiva notizia: il ceppo predominante sarà l’H3N2 e a causa dell’elevata facilità con cui riesce a mutare circa la metà dei microbi in circolazione sono diversi da quello incluso nel vaccino di quest’anno.
Lo stesso studio ha portato anche all’identificazione di un sottotipo di anticorpi particolarmente efficace. Miller e colleghi li hanno trovati nei polmoni e nelle vie respiratorie superiori e pensano che questa scoperta possa aiutare a capire se è meglio utilizzare vaccini inattivati (cioè contenenti il virus ucciso con un opportuno trattamento, come ne caso del vaccino antinfluenzale tradizionale) o vaccini attenuati (cioè a base di un virus dalla virulenza attenuata). In quest’ultimo caso potrebbe essere possibile consentire al microbo di proliferare nelle vie respiratorie superiori, dove attiverebbero la produzione di anticorpi da parte del sistema immunitario, senza che però riesca a scatenare l’infezione nei polmoni.
Secondo Miller queste scoperte potrebbero portare alla messa a punto del vaccino universale entro i prossimi 7 anni.
- Non dimenticate di scaricare la Blogo App, per essere sempre aggiornati sui nostri contenuti. E’ disponibile su App Store e su Google Play ed è gratuita.
Via | EurekAlert!