Un’influenza ogni 5 anni, la comune infezione colpisce gli adulti molto meno di quanto temuto
Uno studio ci informa che la comune influenza virale, quella "vera", colpisce gli adulti in media due volte per decennio. Più facile, quindi, ammalarsi di raffreddore o parainfluenza
Se siete reduci dalla “solita” influenza stagionale e avete più di 25-30 anni potete sorridere, la prossima vi colpirà non prima di 5 anni. Nel frattempo, però, potreste cadere ammalati ugualmente, ad esempio potreste contrarre raffreddori, sindromi parainfluenzali, bronchiti, tracheiti e altro genere di malanni da raffreddamento, i quali sono molto più comuni, e mietono molte più “vittime” dell’influenza vera e propria.
Insomma, l’incidenza di questa infezione virale così temuta, di cui sentiamo parlare ogni inverno con informazioni dettagliate sui periodi di massimo contagio e cifre allarmanti sul numero degli italiani a letto con la febbre, forse viene un po’ sovrastimata.
Uno studio inglese condotto da ricercatori inglesi, cinesi e americani e pubblicato sulla rivista PLOS Biology ha osservato che le persone tendono ad ammalarsi di influenza virale progressivamente sempre di meno dopo la prima infanzia (il periodo in cui il sistema immunitario è ancora molto vulnerabile ai germi patogeni), fino a raggiungere il picco (di resistenza al virus) dopo i 30, nell’età matura, quando ci si ammala non più di due volte per decade.
Insomma, un episodio ogni 5 anni e siamo tutti contenti. Per giungere alle loro conclusioni, i ricercatori hanno analizzato il sangue di un campione di volontari della Cina del Sud per anni, alla ricerca degli antigeni dei principali ceppi virali influenzali che abbiano colpito quella zona geografica dal 1968 al 2009.
Negli adulti l’infezione influenzale è molto meno comune di quanto al gente pensi. Nell’infanzia e nell’adolescenza essa è molto più comune, probabilmente perché ci si relaziona con più persone. La frequenza delle infezioni dipende dalle nostre malattie precedenti e dall’eventuale vaccino
Spiega il dottor Steven Riley, uno degli autori dello studio. La ricerca sperimentale è stata associata ad un modello matematico che è servito agli esperti per misurare le variazioni di suscettibilità del nostro sistema immunitario nei confronti del virus influenzale (quale che sia), nel corso della vita.
Sembra che essere esposti al germe molto precocemente stimoli una risposta immunitaria migliore e più a lungo termine di quanto non accada se ci si ammala per la prima volta più grandicelli o da adulti. Questo studio servirà per capire come si modula la risposta immunitaria della popolazione mondiale nei confronti dei virus dell’influenza e quindi può risultare utile per pianificare future strategie di prevenzione.
Infatti dobbiamo considerare che le malattie virali da raffreddamento non necessitano di cure farmacologiche specifiche (a meno che non subentri una sovra infezione batterica che necessita di una terapia antibiotica), perché dovrebbero essere i nostri anticorpi a debellare i germi e farci superare il malanno, ma questo diventa molto difficile quanto più il sistema immunitario appaia immaturo (è il caso dei bambini) o indebolito (è il caso dei malati cronici, degli anziani, delle donne in gravidanza, di chi sia reduce da interventi chirurgici).
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Foto| via Pinterest
Via | eurekalert.com