Vaccini Covid-19, le risposte alle domande più comuni
Vaccini Covid-19, i medici generali e di base rispondono alle domande più comuni che i pazienti potrebbero porre loro.
Vaccini Covid-19, quali sono le domande più comuni che gli italiani pongono al medico di base? La SIMG – Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie ha redatto una lista con una serie di quesiti che di solito i pazienti pongono quando si tratta di parlare di vaccinazione contro il coronavirus. Soprattutto in questi giorni in cui la prima fase di protezione degli operatori sanitari ha avuto inizio.
Il professor Claudio Cricelli, Presidente SIMG, spiega:
Abbiamo cercato di fare una sorta di riepilogo con tutte le domande che in queste ore cittadini stanno rivolgendo ai MMG, i quali a loro volta devono essere preparati a rispondere.
Quali sono queste domande?
Vaccini anti Covid-19: partite dalla Pfizer in Belgio le prime dosi
Come sono fatti i vaccini Covid-19
I virus SARS-CoV-2 che sono la causa dell’infezione da Covid-19 utilizzano una proteina che si trova sulla sua superficie, la proteina S o Spike, per far entrare il virus nelle cellule della persona infetta. I vaccini messi a punto inducono una risposta immunitaria che blocca questa proteina impedendo al virus di replicarsi. Il primo vaccino disponibile in Italia, quello della Pfizer-BionTech, utilizza la molecola mRNA per produrre anticorpi che proteggeranno dalla malattia. Dentro non c’è il virus. E in pochi giorni l’mRNA sparisce.
Esistono diversi tipi di vaccino, ovviamente. Ma tutti, quando saranno approvati, saranno in grado di produrre immunità.
Il vaccino è sicuro?
In seguito alle sperimentazioni fatte su migliaia di volontari le autorità hanno riscontrato un alto grado di sicurezza del vaccino. Nonostante sia stato formulato in poco tempo, grazie al gran numero di volontari è stato possibile accelerare la sperimentazione. Nei vaccini non c’è alluminio. Ci sono altri eccipienti già presenti in altri vaccini. Come ogni farmaco, non è privo di effetti indesiderati, soprattutto nel punto dell’iniezione o generali. Ma non sono frequenti e durano poco: si notano stanchezza, mal di testa, febbre e dolori muscolari. Non si temono effetti collaterali a lungo termine.
Le persone vaccinate potranno trasmettere l’infezione?
Gli studi clinici condotti hanno stabilito che il vaccino è efficace contro lo sviluppo dei sintomi della malattia. La maggioranza dei vaccinati è protetta dalla malattia e una minima parte sviluppa i sintomi ma in modo contenuto. Altri studi potranno dire se i vaccinati si potranno infettare senza sintomi e contagiare altre persone.
Chi farà il vaccino
Nel primo trimestre del 2021 si inizierà con il personale socio-sanitario e con i soggetti fragili. Infermieri, medici, personale sanitario, pazienti delle RSA e il personale che vi lavora, pazienti anziani. Si inizierà con chi ha più di 80 anni, procedendo poi a ritroso per fascia d’età.
Bambini e ragazzi con meno di 16 anni non saranno vaccinati, perché al momento sono pochi i studi a disposizione per questa popolazione.
Come si somministra il vaccino
Il vaccino si somministra in due dosi, a distanza di 3 o 4 settimane, tramite iniezione intramuscolare sulla parte alta del braccio. Verrà somministrato in siti ospedalieri, peri-ospedalieri e nelle unità mobili predisposte.
Quanto sarò protetto dal vaccino?
Le informazioni attuali non riescono a darci una risposta precisa. Per altri tipi di coronavirus la protezione è di almeno 9-12 mesi.
Tutti gli approfondimenti li trovate sul sito SIMG.
Foto di Sammy-Williams da Pixabay