Vaccini e disinformazione: una battaglia difficile da combattere
La disinformazione sui vaccini mette seriamente a rischio la nostra salute. Ecco cosa rivela un nuovo studio.
La disinformazione in merito ai vaccini può mettere seriamente a rischio la salute della popolazione di tutto il mondo, e riuscire a combattere le notizie false e fuorvianti non è affatto semplice.
A confermarlo è un nuovo studio pubblicato sulle pagine della rivista Vaccine, secondo cui il numero di ragazze che è stato vaccinato contro l’HPV (Papillomavirus) in Danimarca è precipitato proprio a causa della disinformazione sui vaccini che si è diffusa attraverso i social media dal 2013 al 2016.
Nel 2017 i funzionari sanitari hanno lanciato una campagna per arginare questo problema e favorire una maggiore vaccinazione, e sebbene si siano raggiunti dei progressi, bisogna ammettere che la strada è ancora molto lunga. Nonostante gli effetti positivi della campagna, circa 26.000 ragazze danesi infatti non sono vaccinate, a causa della disinformazione, e tutto ciò può comportare un maggior rischio di sviluppare il cancro cervicale.
Gli esperti spiegano che le fake news hanno portato a una riduzione delle vaccinazioni del 50,4% fra il 2013 e il 2016. La campagna informativa rivolta ai genitori ha senz’altro contribuito ad arginare il problema, ma il numero di vaccinati rimane tutt’ora al di sotto dei livelli registrati prima che le fake news sui vaccini circolassero sui social.
Il recupero – come spiegano gli stessi autori dello studio – è tra l’altro lento e costoso.
Le risorse vengono utilizzate per combattere la disinformazione anziché essere utilizzate per le prestazioni sanitarie.
Il Vaccino contro i papillomavirus (HPV) è sicuro
Gli autori ricordano che il vaccino HPV è sicuro, e può aiutare a prevenire alcuni tipi di tumori, incluso il 90% di quelli cervicali. Il vaccino va somministrato preferibilmente a 11 o 12 anni, e può davvero salvare la vita di tante persone.
Quando c’è un forte calo della copertura vaccinale, è quasi sempre perché c’è una paura non dimostrata in merito alla sicurezza del vaccino. Ad esempio, il Giappone ha visto ridursi i tassi di vaccinazione dal 70% al 7% in un anno. Questo è accaduto in molti altri Paesi, ed è dovuto sempre a problemi di sicurezza non comprovati.
via | ScienceDaily
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