Vaccino contro l’acne: un team di ricercatori americani lo sta mettendo a punto
I ricercatori dell'Università della California vicini alla messa a punto del vaccino per sconfiggere l'acne
Solo in America sono 50 milioni le persone che soffrono di acne, soprattutto donne. Mezzo miliardo di gente che ogni giorno combatte non solo con il problema fisico in sé, ma anche con le conseguenze psicologiche, che rendono più difficile integrarsi e vivere serenamente la propria socialità. Uso di farmaci e prodotti di cura aggressivi, trucco coprente e tante rinunce: ecco come un disagio, che non è solo adolescenziale, può condizionare la vita di chi ne soffre.
Ma l’Università della California a San Diego potrebbe presto avere una soluzione definitiva, un vaccino contro l’acne che vada ad agire su quella che potrebbe essere la causa scatenante. Sì, il condizionale è d’obbligo, perché la scienza non ha una risposta univoca e certa su cosa generi il problema.
Quello che si sa è che l’acne è in parte causata dal batterio Propionibacterium acnes, che risiede naturalmente sulla nostra pelle, all’interno dei follicoli piliferi. A lui sono imputati una serie di disturbi dermatologici, come appunto i brufoli, ma anche infiammazioni di altra natura, come le blefariti.
Tuttavia il P. acnes fa parte del microbioma naturale della nostra pelle, perciò qualunque cura contro l’acne che miri ad eliminare completamente questo batterio, non potrà non interferire anche con la salute generale dell’epidermide. Ecco quindi la sfida dietro al vaccino: riuscire a trovare la giusta quadratura del cerchio per una pelle senza imperfezioni ma anche sana a tutto tondo.
Ma il team di San Diego, capitanato dal dottor Eric C. Huang, sarebbe riuscito ad aggirare l’ostacolo, concentrando l’azione del vaccino non sul batterio stesso, bensì sulla proteina tossica che i P. acnes secernono sulla nostra pelle. È proprio tale proteina la responsabile dei processi infiammatori che portano all’acne.
Il vaccino sarebbe quindi in grado di tutelare la salute dei batteri, agendo invece sulle secrezioni proteiche. I risultati della ricerca sono stati pubblicati in questi giorni sul Journal of Investigative Dermatology, dove Huang spiega i progressi del suo studio e gli esiti dei primi test fatti sulle cavie, che hanno dato esito positivo.
Tuttavia, fino a quando questi risultati non saranno visibili negli esseri umani, non si potrà festeggiare alcun successo. Dalla sua Huang sta prontamente preparando una sperimentazione clinica finalizzata proprio alla valutazione dell’efficacia del vaccino sulle persone:
[quote layout=”big” cite=”Eric C. Huang]Stiamo cercando attivamente una società che possa lavorare con noi per condurre immediatamente una sperimentazione clinica[/quote]
Si attendono nuove, possibilmente buone, in tal senso.
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