Vaiolo: sintomi, cure e vaccino
I sintomi, le cause e il trattamento del vaiolo, una malattia eradicata grazie alla vaccinazione
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Il vaiolo è una patologia molto contagiosa, una malattia infettiva provocata da due varianti del Variola virus (appartenente alla famiglia degli Orthopoxvirus), ovvero il Variola maior (la forma più comune e grave) e il Variola minor (la forma meno fatale). Questa grave malattia esantematica è mortale nel 30% dei casi, ma fortunatamente è stata eradicata ormai da parecchi anni. L’ultimo caso di vaiolo al mondo è stato infatti individuato nel 1977 in Somalia.
Due anni dopo, l’Oms ha annunciato ufficialmente l’eradicazione della malattia. Il vaiolo in Italia è stato ufficialmente eradicato, e la vaccinazione sospesa, nel 1977, per poi essere definitivamente abrogata nel 1981.
Attualmente delle riserve di virus del vaiolo sono conservate in pochissimi laboratori nel mondo (più esattamente in Russia e negli Stati Uniti) per pure ragioni di studio.
Come ci si contagia con il vaiolo?
Il contagio, in presenza del virus del vaiolo, avviene attraverso il contatto diretto tra persone o mediante fluidi corporei infetti. È possibile contrarre l’infezione attraverso gli aerosol, respirando l’aria che viene emessa da una persona ammalata attraverso tosse o starnuti.
Fonti di trasmissione possono essere anche eventuali oggetti contaminati, come ad esempio lenzuola e indumenti.
Va tuttavia ricordato che, nell’ambiente, il virus non sopravvive per più di 2 giorni, specialmente se vi sono delle temperature calde e umide.
Vaiolo: sintomi
Come abbiamo accennato, il vaiolo umano può manifestarsi in forma grave o in forma meno allarmante, a seconda che l’infezione sia causata dal virus Variola major o dal virus Variola minor.
Nella forma grave, i sintomi si manifestano in genere dopo circa 17 giorni di incubazione. In ordine, il paziente presenterà disturbi come:
- Febbre alta (superiore ai 38,5 °C)
- Emicrania
- Nausea
- Vomito
- Forti dolori muscolari
- Mal di schiena.
Dopo pochi giorni (circa 2 – 4 giorni) si manifesterà un’eruzione cutanea, con delle caratteristiche macchie rosse, che compariranno prima sulla bocca e sulla lingua del paziente, per poi allargarsi a tutto il resto del corpo. Successivamente le macchie assumeranno le caratteristiche di vere e proprie ulcere. Il processo dura circa 24-36 ore. È questa la fase in cui il paziente sarà più contagioso.
Nell’arco di 3 o 4 settimane le pustole inizieranno a seccarsi, le crosticine cominceranno a cadere e, al termine di questa fase, il soggetto non sarà più infettivo.
Le conseguenze del vaiolo
Nella forma più grave, la malattia ha una mortalità pari al 30-35%. Nella forma più lieve i sintomi sono simili, ma meno gravi. Il tasso di mortalità scende, in tal caso, all’1%.
Le conseguenze, per chi sopravvive, includono la presenza di cicatrici permanenti molto estese, cecità e deformazione agli arti.
Per questa ragione le epidemie di vaiolo hanno sempre suscitato un profondo timore. Oltre che per i sintomi dolorosi, anche le conseguenze della malattia incutono infatti molta paura nella popolazione.
Vaiolo: cura
In realtà non esiste un trattamento vero e proprio contro il vaiolo. Dal momento che la malattia è provocata da un virus, sappiamo già che gli antibiotici non saranno utili per trattarla e debellarla. I medici trattavano i pazienti con mezzi e strumenti volti a ridurre i sintomi, come la somministrazione di liquidi per evitare la disidratazione, la respirazione assistita con maschera per l’ossigeno e trattamenti per regolarizzare la pressione.
Il solo modo per combattere la malattia consiste dunque nel prevenirla. A tale scopo, è stata avviata una vasta campagna di vaccinazione contro il vaiolo, grazie alla quale la malattia è stata eradicata con successo.
Vaccino vaiolo: come veniva fatto?
Per meglio comprendere il principio e l’efficacia del vaccino contro il vaiolo, bisognerà fare un piccolo passo indietro. Noi esseri umani siamo i soli ospiti del virus Variola. Quest’ultimo non può quindi essere trasmesso attraverso altri animali o insetti. Tuttavia, alla stessa famiglia del virus del vaiolo (Orthopoxviridae), appartengono anche altri patogeni capaci di infettare sia uomini che animali.
Stiamo parlando, ad esempio, del virus del vaiolo bovino (Cowpox virus), del virus del vaiolo della scimmia (monkeypox) e del virus vaccinico (Vaccinia virus).
É proprio attraverso il virus vaccinico che il medico inglese Edward Jenner, nel lontano 1796, riuscì a formulare il primo vaccino contro il vaiolo, detto anche “antivaioloso”, segnando una vera e propria svolta non solo nella storia del vaiolo, ma nella storia della medicina in senso più ampio. Fu in quel momento che venne infatti messo a punto il primo vaccino della storia.
Scopri di più nel nostro approfondimento dedicato ai vaccini.
Come funziona il vaccino contro il vaiolo?
Abbiamo visto che, fatta eccezione per il vaccino antivaioloso, non esiste in realtà un trattamento vero e proprio contro questa malattia. Il vaccino rappresenta dunque la sola arma efficace, grazie alla quale è possibile combattere una condizione che ha provocato milioni di morti.
I ricercatori hanno messo a punto questo vaccino proprio attraverso il virus Vaccinia, molto simile a quello del vaiolo che colpisce gli esseri umani. Esso contiene il virus vivo attenuato, e protegge dal rischio di ammalarsi per un periodo che va dai 3 ai 5 anni. Successivamente l’immunizzazione tenderà a diminuire. Il vaccino può però essere somministrato più volte nell’arco della vita del paziente.
Come si faceva il vaccino?
Ma come si faceva il vaccino per il vaiolo? Il vaccino si somministra attraverso uno speciale ago biforcato, che inocula diverse dosi di virus causando una sorta di escoriazione sulla pelle. In caso di successo, il procedimento dovrebbe lasciare una sorta di cicatrice nel punto di inoculazione.
Reazioni avverse al vaccino
La vaccinazione antivaiolosa comportava numerosi effetti collaterali. Fra le più comuni reazioni al vaccino si segnalano:
- Febbre
- Irritazioni estese su tutto il corpo
- Reazioni allergiche nel punto di iniezione
- Sensazione di malessere generale
- Mal di testa.
In alcuni casi, si poteva persino arrivare al decesso. Le persone maggiormente a rischio di reazioni avverse sono quelle che soffrono di malattie cutanee (come eczema e dermatite) o coloro che hanno un sistema immunitario debole.
Il vaccino oggi
Abbiamo visto che il vaiolo è stato ufficialmente eradicato ormai decenni fa. I soli campioni di virus esistenti sono conservati in laboratori ad altissima sicurezza, per cui è improbabile che nel prossimo futuro l’umanità debba fare i conti con una possibile pandemia di vaiolo. All’indomani dell’annuncio da parte dell’Oms dell’eradicazione della malattia, l’Organizzazione Mondiale della Sanità chiese infatti ai laboratori in possesso di ceppi di virus di consegnare le scorte al Centers for Disease Control (Stati Uniti) o al Laboratorio di Ricerche Virologiche e Biotecnologiche (Unione Sovietica).
Nonostante ciò, nel 2011, all’indomani degli attacchi terroristici dell’11 settembre, il governo americano decise di attivarsi contro il potenziale rischio di un attacco bioterroristico, sostenendo e promuovendo quindi la produzione di nuovi vaccini contro il vaiolo, e invitando quanti volessero farlo, a sottoporsi alla vaccinazione.
Migliaia di americani hanno deciso di sottoporsi al vaccino, sia fra i civili che fra i membri delle forze dell’ordine e fra coloro che lavoravano nelle istituzioni sanitarie.
Vaccino del vaiolo in Italia
Per quanto riguarda l’Italia, infine, il nostro Paese possiede attualmente 5 milioni di dosi di vaccino antivaioloso, che con le dovute diluizioni possono arrivare a 25 milioni di dosi. Dal momento che non vi è, allo stato attuale, un pericolo imminente, il Governo sconsiglia tuttavia una vaccinazione estesa alla popolazione.
Negli anni più recenti, solo scienziati e professionisti del settore, che si trovano a lavorare a contatto con pericolosi virus simili a quelli del vaiolo, si sono sottoposti alla vaccinazione.
Una malattia esantematica estinta
II vaiolo, di fatto una tra le peggiori malattie esantematiche, visto che si presenta con esantema (bollicine piene di liquido infetto) su tutto il corpo e che lascia cicatrici dopo la guarigione, può considerarsi una patologia estinta. Per secoli il suo virus ha infestato l’Europa e il mondo, fino a quando il medico inglese Edward Jenner nel Settecento non ha scoperto quasi per caso il primo vaccino della storia. Che ha posto le basi per la produzione dei moderni vaccini e ha consentito l’eradicazione della malattia in tutto il mondo.
Nel 1980 il vaiolo è stato dichiarato estinto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Da allora nessuno è stato più vaccinato. Semplicemente perché non ne avevamo più la necessità. Sicuramente uno dei più grandi successi della scienza medica moderna.