La pesca su piccola scala è un’attività che, nonostante il suo grande impatto, è stata storicamente trascurata. Secondo recenti studi, essa rappresenta quasi la metà delle catture globali, fornendo sostentamento a milioni di persone in tutto il mondo. Queste comunità dipendono dalla pesca per le loro calorie quotidiane e per il loro reddito. Negli Stati Uniti, il tasso di frodi nel commercio di pesce è relativamente contenuto, permettendo ai consumatori di acquistare pesce con una certa tranquillità. Tuttavia, per le specie meno comuni, la situazione è ben diversa, evidenziando come queste siano state a lungo sottovalutate.
Due ricerche pubblicate di recente mettono in luce queste problematiche, giungendo alla medesima conclusione: è fondamentale riconsiderare le filiere globali e valorizzare maggiormente le specie meno commercializzate.
Il contributo della pesca di sussistenza, che non ha una definizione universalmente accettata ma è generalmente praticata da piccoli pescatori o cooperative, è stato evidenziato in uno studio pubblicato su Nature da un gruppo internazionale di esperti del consorzio FAO chiamato Illuminating Hidden Harvests Initiative. Questo lavoro ha coinvolto oltre 800 ricercatori provenienti da diverse nazioni, con competenze in settori quali nutrizione, economia e diritto. La ricerca ha dimostrato che la pesca su piccola scala rappresenta circa il 50% del totale delle catture globali, un dato che parla da solo.
Analizzando più a fondo, gli autori hanno scoperto che questa forma di pesca fornisce il 20% di sei nutrienti essenziali, come vitamine e minerali, per 2,3 miliardi di persone che vivono entro 20 chilometri dalle coste. Ciò significa che circa una persona su quattro nel mondo si affida a questa attività per una parte significativa della propria alimentazione.
Un altro aspetto importante riguarda il coinvolgimento delle donne nella pesca su piccola scala. Circa 500 milioni di persone, ovvero un abitante su dodici, dipendono esclusivamente da questa attività per il proprio reddito, e sorprendentemente, circa la metà di queste sono donne. Nonostante il loro ruolo cruciale, la presenza femminile in tutte le fasi della filiera, dalla pesca alla lavorazione, è spesso ignorata. I prodotti della pesca artigianale rappresentano più del 40% del pescato totale e il 44% degli introiti.
L’Africa emerge come il continente maggiormente coinvolto in questa attività, ma anche l’Oceania riveste un ruolo significativo, soprattutto nei paesi dell’Oceano Pacifico Centrale e Meridionale, dove le opportunità di lavoro sono limitate. Tuttavia, nonostante la loro importanza economica e sociale, i pescatori artigianali sono spesso trascurati dalle politiche governative. In 51 paesi analizzati, oltre due terzi dei pescatori non partecipa alle decisioni che li riguardano, rendendoli vulnerabili alle pressioni delle grandi aziende e ai cambiamenti ambientali.
Un altro studio condotto dalla Chapman University di Orange, in California, ha analizzato il mercato della pesca negli Stati Uniti, focalizzandosi sulle frodi nell’etichettatura di pesci e molluschi. Questo lavoro, finanziato dal Seafood Industry Research Fund, ha esaminato 35 studi e oltre 4.100 campioni provenienti da 32 stati. I risultati, pubblicati su Food Control, mostrano che il tasso di errori nelle etichette è del 39,1%, ma per le dieci specie più comuni, come il tonno e il salmone, il tasso scende al 31%.
Le frodi più comuni consistono nella vendita di una specie come se fosse un’altra, con il 26% dei casi in cui una trota iridea è stata venduta come salmone. Tuttavia, il tasso di sostituzione aumenta per le specie meno comuni, con il dentice rosso oggetto di frodi nell’83% dei casi. I ristoranti risultano essere i luoghi più problematici, con un tasso di frodi del 55,6%, rispetto al 26,2% nei rivenditori al dettaglio.
Gli autori degli studi sottolineano l’importanza di implementare controlli più rigorosi e di aumentare la consapevolezza dei consumatori. Nonostante la sicurezza del mercato per le specie più vendute, c’è una chiara disparità tra queste e le specie meno commercializzate. È essenziale promuovere la pesca di specie alternative per proteggere i piccoli pescatori e garantire un impatto ambientale positivo. Sostenere la diversificazione del mercato potrebbe portare a una maggiore sicurezza alimentare e a una protezione migliore per i pescatori artigianali, contribuendo così a un futuro più sostenibile per il settore della pesca.