Variante Delta Covid: cos’è e quali sono i sintomi
Variante Delta Covid: cos'è e quali sono i sintomi dell'ex variante indiana divenuta il ceppo dominante nel Regno Unito.
Da quando ne abbiamo sentito parlare la prima volta, sono emerse numerose mutazioni del Covid 19. La variante Delta è l’ultima in ordine cronologico: è stata isolata nel dicembre del 2020 in India. A quanto confermato dagli esperti, è preoccupante in quanto considerata più trasmissibile di altre: si è già diffusa in almeno 62 paesi. Ad oggi sarebbe la responsabile, nel Regno Unito, del 91% dei nuovi casi.
Cos’è la variante Delta?
La variante Delta è la replica del virus originale con alcune differenze – mutazioni – che lo hanno reso più forte, più contagioso. La Delta è la quarta variante globale preoccupante. In Italia, ad oggi, se ne conoscono pochi casi. Nel Regno Unito, invece, è il ceppo dominante. La variante Delta è conosciuta come l’ex variante indiana.
Quali sono i sintomi?
Come un po’ tutte le varianti del Coronavirus, anche in questo caso la maggior parte dei sintomi è simile e comprende:
- Febbre e brividi
- Dolori muscolari o muscolari
- Gola infiammata o tosse
- Mancanza di respiro o difficoltà a respirare
- Fatica
- Mal di testa
- Perdita del gusto o dell’olfatto
- Congestione o naso che cola
- Nausea o vomito
- Diarrea
Se la maggior parte dei sintomi è simile a quelli provocati dalle altre varianti, i medici che curano i pazienti in India hanno riportato come alcuni di questi abbiano perso l’udito ed abbiano riportato gonfiore intorno al collo e tonsillite. I coaguli di sangue sono una complicazione preoccupante del COVID-19: si sospetta che i numerosi constatati negli ultimi tempi in pazienti malati di Covid possano essere dovuti a questa nuova variante.
I vaccini COVID proteggono contro la variante Delta?
È troppo presto per dire con certezza se i vaccini COVID approvati proteggano dalla variante delta, anche se i primi dati sembrano essere promettenti. Secondo una ricerca pubblicata su Lancet, sarebbe stato rilevato come i vaccini riducano il rischio di ospedalizzazione. Per riscontrare effetti considerevoli, tuttavia, occorrono 28 giorni dopo la somministrazione della prima dose. Il Pfizer fornisce una protezione del 79% (contro il 92% nel caso di variante inglese). L’AstraZeneca, invece, del 60% contro il 73.
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