Varici esofagee: sintomi e classificazione
Le varici esofagee sono una deformazione patologica dell’esofago, il tubo che collega la gola alla stomaco e possono essere fatali in una persona su cinque.
Le varici esofagee sono delle dilatazione delle vene sottomucose dell’esofago, spesso di origine congenita. Purtroppo possono essere conseguenti anche a un’ipertensione portale o a una cirrosi epatica avanzata. In alcuni pazienti possono essere letali (nel 20 percento dei casi) perché causano emorragie molto gravi.
Quali sono i sintomi? Purtroppo le varici non causano sintomi fino alla loro rottura, quando si verifica un’emorragia estesa. Possono provocare tachicardia, ematemesi, feci di colore scuro o nere, stordimento, diminuzione delle urine associata a un anomalo abbassamento della pressione, sensazione eccessiva di sete e perdita di coscienza. Le persone che soffrono di cirrosi devono seguire degli screening periodici per verificare la presenza di varici e monitorarne lo sviluppo.
Si possono diagnosticare con endoscopia, con tomografia assiale computerizzata (TAC) e la risonanza magnetica (RMN). Sono tecniche meno invasive delle precedenti e permettono di valutare anche il fegato e la circolazione nella vena porta.
La classificazione può avvenire in base alla forma: F1 per quelle che occupano meno di 1/3 del raggio dell’esofago, F2 se sono minori o uguali a 2/3 del raggio dell’esofago ed F3 se superano il centro dell’esofago e hanno un aspetto pseudotumorale. In base al colore, possono essere bianche, se la parete è spessa di colorito roseo, e blu, se la parete è sottile e traspare il colore del sangue venoso che scorre all’interno.
Via | NLM