Violenza domestica in aumento ai tempi del coronavirus
La quarantena dovuta alla diffusione del coronavirus è collegata a un aumento dei casi di violenza domestica. Ecco cosa emerge da un nuovo studio.
La pandemia che stiamo affrontando ha sicuramente cambiato molto le nostre vite, costringendoci – innanzitutto – a dover mantenere le distanze dalle persone che ci circondano, e a dover trascorrere le nostre giornate in casa, come è accaduto in Italia fino a pochissime settimane fa.
Proprio la quarantena, secondo un nuovo studio, sembra essere collegata a un aumento dell’incidenza dei casi di violenza domestica.
A renderlo noto è il nuovo articolo pubblicato sul Journal of Criminal Justice, che riporta uno studio condotto in due città, Los Angeles e Indianapolis, dove le restrizioni e l’isolamento sociale per rispondere alla pandemia di COVID-19 si sono tradotti in un lo avevamo purtroppo registrato nel nostro Paese già alcuni mesi fa.
Ad oggi, gli autori hanno rilevato che in entrambe le città si è registrato un aumento statisticamente significativo delle richieste di aiuto per violenza domestica dopo l’introduzione delle politiche di quarantena.
Durante la pandemia di COVID-19, sia Los Angeles che Indianapolis hanno già visto aumenti significativi delle chiamate alla polizia per violenza domestica, e sappiamo che la violenza fra le cura domestiche è uno dei crimini meno denunciati alla polizia,
hanno spiegato gli autori dello studio, i quali aggiungono che tale incidenza dovrebbe gradualmente diminuire man mano che aumenteranno le libertà post-quarantena, ma rischiano di andare incontro a una nuova ondata qualora si rendesse necessario un nuovo periodo di isolamento per combattere la diffusione del nuovo coronavirus.
Foto di Nino Carè da Pixabay
via | Eurekalert