Virus H7N9: svelato l’identikit, secondo l’Oms non è ancora allarme
Si chiama H7N9 ed è una nuova variante del virus dell'aviaria che rischia di sollevare il panico nella popolazione mondiale, ma l'Oms rassicura: al momento non può trasmettersi da uomo a uomo. Ecco il suo identikit
E’ un’infezione moderata che, per ora, si può trasmettere dai volatili all’uomo, ma non da un essere umano ad un altro: è questo l’identikit della nuova variante di aviaria, il virus H7N9, che da meno di un mese ha iniziato a fare vittime fra la popolazione cinese. Il numero degli individui uccisi dal microbo è per ora fermo a 7, più un terzo dei 24 casi di infezione fino ad oggi identificati, ma Michael O’Leary, rappresentante dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) in Cina, rassicura sui rischi corsi dalla popolazione mondiale.
In occasione di una conferenza stampa organizzata a Shangai dalla Commissione nazionale per la salute e la pianificazione familiare (Nhfpc) l’esperto ha sottolineato che i casi di infezione nell’uomo sono isolati e potrebbero rimanerlo, anche perché fino ad ora non sono state trovate prove della capacità del virus H7N9 di trasmettersi da persona a persona. Nonostante ciò, abbassare la guardia sarebbe uno sbaglio: gli esperti internazionali che stanno studiando questa nuova variante del virus non escludono, infatti, che possa diventare molto più aggressivo e più pericoloso anche in breve tempo.
L’identikit del virus
Il virus H7N9 appartiene alla stessa famiglia del microbo che causa l’influenza di tipo A e fino ad oggi non aveva mai colpito l’uomo. Si tratta di un virus diverso dall’H5N1, al centro dell’attenzione degli esperti dall’ormai lontano 2003. Più simili all’H7N9 sono, invece, altri ceppi di aviaria – una malattia di origine virale che colpisce uccelli selvatici e domestici – che tra il 1996 e il 2012 hanno compiuto il cosiddetto “salto di specie”, arrivando ad infettare anche l’uomo: l’H7N2, l’H7N3 e l’H7N7, comparsi in Italia, Olanda, Gran Bretagna, Canada, Stati Uniti e Messico.
Per un virus del sottotipo H7 si tratta, quindi, della prima volta in Cina. Non si sa, però, quale sia l’origine dell’infezione.
La diffusione dell’H7N9
La prima notifica di infezioni da parte del virus H7N9 nell’uomo risale allo scorso 31 marzo, quando l’Nhfcp ha informato il Dipartimento della Salute di Hong Kong di 3 casi accertati. Da allora, le autorità di Shangai hanno sospeso il commercio e l’importazione di polli vivi, più di 20 mila animali sono stati soppressi e le infezioni dichiarate sono aumentate sempre di più: 4 casi sono stati confermati il 2 aprile e due giorni dopo il numero totale degli individui infettati è salito a 14, fino ad arrivare ai 21 casi accertati, fra cui 6 decessi (inclusi quelli di un padre e di suo filgio), registrati fino ad oggi.
A Shangai 194 persone sono state messe in quarantena, ma solo in due hanno mostrato i sintomi dell’influenza aviaria (febbre, tosse e difficoltà respiratorie che evolvono verso una grave polmonite), non confermati dalle analisi condotte.
La presenza dell’infezione in un gruppo familiare aumenta la possibilità di una trasmissione uomo-uomo, ma in questo caso 2 dei 3 casi non sono stati confermati in laboratorio,
ha precisato O’Leary.
Perciò, anche se nel 2008 sono stati accumulati dati che lasciavano ipotizzare che i virus del sottotipo H7 stessero imparando a trasmettersi da uomo a uomo, per quanto riguarda l’H7N9 al momento non c’è nessuna prova che una persona infetta possa trasmettere il virus ad un altro essere umano.
Il parere degli esperti
Fino ad oggi l’H7N9 ha colpito in diverse regioni della Cina, lasciando ipotizzare che riesca a diffondersi rapidamente. E’, però, ancora troppo presto sia per poter affermare che stia viaggiando da un punto all’altro del Celeste Impero solo con l’aiuto degli uccelli, sia per considerare i casi accertati come l’inizio di una pandemia.
Sono state registrate alcune mutazioni che suggeriscono la capacità di adattarsi ai mammiferi,
ha spiegato Robert Booy, esperto dell’Università di Sydney (Australia),
tuttavia da qui alla capacità di trasmettersi da uomo a uomo la strada è molto lunga.
Niente allarmismi, quindi: anche se il tasso di mortalità registrato fino ad oggi è iuttosto alto, il numero totale di casi è troppo ritretto per poter trarre delle conclusioni e, precisa Booy,
finora è improbabile una pandemia legata a questo virus.
I colloqui tra Oms e Cina per l’invio di esperti internazionali
L’Organizzazione mondiale della sanità sta discutendo con il governo cinese sulla possibilità di inviare nel Paese degli esperti internazionali che contribuiscano alle indagini sul nuovo ceppo H7N9 dell’influenza aviaria