Il virus respiratorio sinciziale (VRS) è un agente patogeno che causa infezioni dell’apparato respiratorio superiore e a volte anche dell’apparato respiratorio inferiore. Molto comune tra neonati e bambini, dove arriva a causare vere e proprie epidemie, può colpire anche gli adulti a ogni età, manifestandosi con sintomi che possono essere di lieve o grave entità. Si stima che quasi tutti i minori contraggono l’infezione nei primi 4 anni di vita. E molti addirittura nei primi 12 mesi.
I sintomi comuni del virus VRS sono simili a quelli di altre malattie respiratorie, per questo motivo una diagnosi è molto difficile. Febbre, tosse, naso che cola, sibilo a ogni respiro, ma anche conseguenze più gravi se il virus colpisce in maniera più pesante e se il sistema immunitario non riesce a reagire con efficacia. Per questo motivo riconoscere i sintomi del virus sinciziale respiratorio è fondamentale, per poter intervenire in maniera tempestiva e cercare i trattamenti migliori per stare subito meglio.
Il virus respiratorio sinciziale (RSV) è la principale causa di bronchiolite e polmonite nei bambini con meno di 2 anni. L’agente virale è altamente contagioso: nella maggior parte dei casi il decorso è lieve, senza necessità di ricorrere a particolari trattamenti. Ma nella prima infanzia può causare polmonite e bronchiolite, con complicanze anche severe.
Purtroppo dopo aver contratto l’infezione non si è totalmente immuni, quindi ci possono essere reinfezioni e ricadute, che di solito si presentano con sintomi meno gravi e forti della prima volta. Le epidemie e i focolai del virus VRS si presentano solitamente in inverno e a inizio primavera. Scopriamo subito come riconoscere questa infezione respiratoria, come prevenire, come intervenire per poter agire in modo sempre tempestivo ed efficace.
RSV è l’acronimo che deriva dall’inglese “Respiratory Syncytial Virus“. Il virus sinciziale respiratorio colpisce l’apparato respiratorio di pazienti a ogni età, con un’incidenza maggiore nei primi anni di vita. In particolare, l’infezione riguarda gli epiteli delle vie aeree, con conseguente necrosi delle cellule. Il nome deriva dal fatto che nei tessuti infettati le cellule vanno a unirsi formando un sincizio, un conglomerato.
Il virus respiratorio sinciziale è un virus a RNA, classificato come pneumovirus. Sono stati identificati due sottogruppi:
Nei neonati e nei bambini sono diverse le infezioni virali dell’apparato respiratorio (che quindi colpiscono vie aeree superiori e inferiori, naso e gola) che sono considerate comuni e sono provocate da diversi virus. Le infezioni si suddividono in:
Spesso neonati e bambini soffrono di infezioni che interessano sia le vie respiratorie superiori sia le vie respiratorie inferiori. Tra i virus più comuni ricordiamo:
Molti di questi virus, come quello respiratorio sinciziale, si diffonde tramite epidemie annuali. Di solito si manifesta principalmente nei mesi freddi, soprattutto in inverno. Nei Paesi che hanno un clima di tipo temperato, il periodo di maggiore contagiosità è tra i mesi di novembre e di aprile, mentre il picco è tra gennaio, febbraio, marzo. Durante il resto dell’anno i casi sono molto pochi e decisamente rari.
Il problema di questi tipi di virus è che la loro incidenza massima annuale si manifesta in periodi dell’anno in cui altri virus simili, come quelli dell’influenza, sono particolarmente diffusi. E questo rende la diagnosi, che avviene tramite visita del paziente e sintomi, molto più difficile.
Il virus passa da paziente e paziente per contatto, ad esempio con le mani, con le secrezioni nasali di chi è infetto. Se si portano le mani al baso, alla bocca e agli occhi, inizia una nuova infezione, che può avvenire anche attraverso l’aria contaminata da goccioline che contengono il virus, diffuse tramite starnuti e colpi di tosse del soggetto infetto.
Le secrezioni respiratorie o nasali dei più piccoli contengono una carica virale maggiore rispetto agli adulti. Per questo sono più soggetti a contrarre la malattia virale, anche perché l’attenzione all’igiene dei bambini, che toccano ogni cosa e spesso si mettono le mani in bocca, è decisamente minore. Le possibilità di contagio sono maggiori ovviamente nei luoghi chiusi dove molti piccoli soggetti stanno insieme, per questo il virus si diffonde spesso a scuola o all’asilo.
Il periodo di incubazione, dall’esposizione al virus e fino alla comparsa dei primi sintomi, è in media di 3-5 giorni.
Quando viene contratto il virus, il paziente è contagioso di solito per 5-12 giorni.
All’inizio l’infezione virale può essere asintomatica. Di solito i primi sintomi iniziano da 3 a 5 giorni dopo il contagio. Spesso la sintomatologia è diversa tra bambini e adulti, perché nei primi è maggiormente colpito l’apparato respiratorio inferiore.
I sintomi più comuni in neonati e bambini sono i seguenti:
Nei neonati con meno di sei mesi si può notare anche apnea. La sintomatologia dura per un paio di settimane e di solito scompare senza alcun trattamento specifico, a meno che non si manifestino delle complicanze della patologia virale. In tal caso, si possono notare altri sintomi come:
Negli adulti il virus si manifesta quasi sempre come un normale raffreddore. Se colpisce le persone più fragili, come gli anziani over 65 anni o chi soffre di malattie cardiache, la sintomatologia può essere più grave e paragonabile a quella di neonati e bambini. Talvolta nei casi più gravi, soprattutto se il sistema immunitario è compromesso, potrebbe essere richiesto il ricovero in ospedale.
Il virus può causare complicazioni gravi, come difficoltà a respirare, sibili nel respiro, stridori, fame d’aria, cianosi, infezione dell’orecchio medio, bronchite, bronchiolite, polmonite, infezioni batteriche, crisi asmatiche in soggetti predisposti.
La diagnosi solitamente avviene tenendo in considerazione i sintomi riportati. Raramente sono necessari esami, a meno che non si tratti di un focolaio di infezione o sia necessario il ricovero in ospedale. La diagnosi differenziale è fondamentale per escludere altri agenti patogeni virali respiratori, come i virus dell’influenza, della parainfluenza, il metapneumovirus umano e il rhinovirus.
Conta dei globuli bianchi o formula leucocitaria in questo caso non danno indicazioni sulla presenza del virus RSV, mentre e risulta utile una coltura cellulare delle secrezioni respiratorie per individuare il patogeno vivo.
Tramite esame del sangue si può individuare la presenza di anticorpi Igg del virus respiratorio sinciziale nel sangue. Se questi sono presenti, vuol dire che il paziente ha avuto un contatto con il virus. E si può anche scoprire quanto è protetto nel momento in cui fa il prelievo, anche se, come abbiamo visto in precedenza, sono molto comuni reinfezioni e ricadute, visto che l’immunità non è mai completa ed è di breve durata. I valori di rifeirmento da tenere in considerazione sono i seguenti:
Di solito l’infezione virale si risolve spontaneamente nel giro di pochi giorni. La prognosi è di 7-14 giorni in media, a seconda dei casi.
Il medico potrebbe consigliare paracetamolo per tenere bassa la febbre e lavaggi nasali per liberare le vie aeree. Ovviamente è suggerito il riposo a casa, per evitare di contrarre altri agenti patogeni, avendo il sistema immunitario già debilitato, o per evitare di contagiare altre persone.
Gli antibiotici vanno assunti solo ed esclusivamente su prescrizione del medico curante, che di solito li propone come terapia se insorge una complicazione batterica, come la polmonite batterica.
Il virus si può prevenire seguendo le normali norme igieniche di base, che sono utili per poter ridurre il rischio di contagio (e non solo di questo virus).
Non esiste, purtroppo, un vaccino per il virus respiratorio sinciziale.
Il virus RSV colpisce soprattutto neonati e bambini, con un’incidenza maggiore negli under 2 anni. Può manifestarsi comunque a ogni età, con complicanze maggiori e severe tra gli anziani e chi ha il sistema immunitario compromesso.
Si trasmette come tutti i virus respiratori, per via aerea (goccioline di saliva infette rilasciate nell’aria dopo colpi di tosse e starnuti) o per contatto con le mani su oggetti che sono stati contaminati da chi è infetto. I sintomi del virus respiratorio sinciziale sono quelli tipici di un’influenza stagionale, principalmente con febbre, naso che cola, raffreddore, tosse, ma possono anche essere più gravi, nelle situazioni più delicate, con sibilo, fame d’aria e altri complicazioni da non prendere alla leggera. In alcuni casi è necessario l’ospedalizzazione.
La diagnosi non è semplice, visto che i sintomi possono essere confusi con quelli di altre patologie tipiche dei mesi invernali e freddi, periodo in cui potrebbero svilupparsi maggiormente epidemie di infezioni virali soprattutto con focolai nei luoghi frequentati quotidianamente dai più piccoli.
Solitamente la patologia si risolve in modo spontaneo. Ma in molti casi sono necessari trattamenti e cure adeguati per risolvere i sintomi più gravi ed evitare complicazioni. Facilmente, infatti, la patologia può evolversi in bronchiolite e polmonite. Mai ricorrere al fai da te: rivolgersi sempre al pediatra o al medico di base per una diagnosi tempestiva e per mettere in campo tutte le terapie migliori per stare meglio e guarire.