Vivere bene (e a lungo) con la medicina antiaging
Non punta solo ad allungare la vita, ma soprattutto a garantirne la qualità. Previene, ma può anche aiutare a curare. Lo fa con o senza farmaci. Scopriamo in cosa consiste questa nuova disciplina clinica che promette di contrastare l'effetto del tempo attraverso le parole di un esperto
Rallentare i processi di invecchiamento non per allungare la vita, ma per migliorarne la qualità: è questo l’obiettivo della medicina antiaging, una nuova disciplina clinica basata su un approccio integrato alla salute che punta ad un radicale cambiamento dello stile di vita utilizzando tutte le più recenti soluzioni scientifiche per la diagnosi precoce e la cura delle disfunzioni che di manifestano con gli anni. Non una medicina alternativa, ma “la logica evoluzione di una medicina scientifica che si trova a combattere con una società che invecchia e che si ammala a causa delle proprie scelte di vita”.
Ma, in pratica, di cosa si tratta? E quali patologie può prevenire o curare? BenessereBlog ha cercato di capirlo parlandone con un esperto, il dottor Filippo Ongaro, noto nutrizionista, già consulente per la Nasa e presenza fissa a Radio24 e DeaSapere HD.
Dottor Ongaro, su cosa si basa, concretamente, la medicina antiaging? Si tratta “semplicemente” di fare prevenzione attraverso esami clinici e di laboratorio, o di assumere farmaci, medicinali, integratori?
E’ una metodologia che comprende tutto ciò: anamnesi molto dettagliata (noi facciamo compilare un questionario di 25 pagine), esami di laboratorio molto approfonditi, test genetici, test funzionali (test da sforzo, determinazione dei livelli di stress, eccetera) integrati con esami tradizionali quando necessari (ecografie, risonanza, eccetera), il tutto per definire un programma terapeutico e preventivo super-personalizzato che comprende dieta, integratori, farmaci (se necessari), esercizio fisico, tecniche di rilassamento e così via.
Quali sono le patologie che possono essere efficacemente contrastate con questa medicina?
Tutte le patologie cronico degenerative, che sono poi quelle che oggi preoccupano di più: cancro, patologie cardiovascolari e cerebrovascolari, obesità, sindrome metabolica, diabete, osteoporosi, Alzheimer, ipertensione. Sono tutte malattie che nella maggior parte dei casi si possono pervenire. Continuare a curare a costi elevatissimi patologie che si possono prevenire se si interviene prima è assurdo sia sul piano individuale che su quello collettivo.
E’ solo prevenzione o è anche cura?
Può essere anche cura, ma non per questo sostituisce le cure tradizionali. A volte le integra. Per esempio in medicina antiaging usiamo molto la nutrizione e la nutraceutica per la cura della persona e a volte questa serve anche per integrare cure tradizionali.
Se, per esempio, un paziente assume statine per abbassare il colesterolo e ha dolori e stanchezza muscolare è probabile che il farmaco abbia inibito la produzione di Coenzima Q10 nelle cellule, essenziale per produrre energia. Il medico antiaging lo prescriverà per compensare la carenza e far sì che il paziente tolleri meglio il farmaco.
La notizia del continuo aumento dell’aspettativa di vita media è (naturalmente) accolta con entusiasmo dalla popolazione e, da questo punto di vista, nel panorama internazionale l’Italia ha ben poco da invidiare agli altri Paesi. Una popolazione che vive più a lungo è, però, una popolazione più anziana in cui le problematiche relative alla salute diventano sempre più incisive sia nella vita privata, sia sulla società. Come si inserisce la medicina antiaging in questo panorama?
E’ esattamente in questo contesto che la medicina antiaging può fare molto. Vivere più a lungo da ammalati non rende felice nessuno e crea dei costi sociali enormi. Occorre allungare la vita in salute e per questo è fondamentale giocare d’anticipo iniziando molto prima di quanto uno possa pensare a fare prevenzione. Magari già a 30 anni o forse ancora prima… da bambini.
Foto | da Flickr di r_mal