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Vivere in città ci rende meno gentili?

Un nuovo studio rivela che gli esseri umani imparano ad essere generosi per via di un residuo del proprio passato evolutivo, ma vivere in città potrebbe renderci meno gentili. Ecco perchè.

Vivere in città ci rende meno gentili?

Un nuovo studio condotto dai membri della University of Miami rivela che gli esseri umani hanno imparato ad essere gentili e generosi in virtù del proprio passato evolutivo, ma nel tempo questa inclinazione automatica a condividere rapporti con estranei potrebbe interrompersi. Il nostro radicato spirito cooperativo è – secondo il nuovo studio – un residuo del nostro passato evolutivo. Quando vivevamo in piccoli gruppi, conoscevamo ogni persona nella nostra cerchia sociale, e non si sapeva mai di chi potevamo aver bisogno, quindi eravamo portati ad essere gentili con tutti, per una sorta di spirito di sopravvivenza.

Nel corso del tempo, si è automatizzata la decisione di essere gentili anche senza interessi personali.

Le nostre menti pensano ancora che il modo in cui trattiamo tutti quelli che incontriamo potrebbe avere conseguenze: che tutti quelli che incontriamo e con i quali siamo cattivi o simpatici ci ripagheranno in qualche modo. Abbiamo un karma naturale incorporato in noi.

Le interazioni anonime riducono questo tipo di cooperazione intuitiva, ma mettono in atto una sorta di “scorciatoia cognitiva”, che abbiamo incorporato nel nostro cervello e che ci spinge ad essere generosi o onesti senza aspettarci nulla in cambio, tuttavia tale scorciatoia potrebbe essere facilmente disattivata se comprendessimo che non ci sarà alcun guadagno (sia positivo che negativo) dalle nostre azioni.

Per dimostrarlo, i ricercatori hanno arruolato un campione di 200 volontari, i quali sono stati esposti a un ambiente sociale privo di incentivi o punizioni per il modo in cui avrebbero trattato gli altri (essere generosi, ad esempio, non avrebbe comportato alcun beneficio o lode, e non esserlo non avrebbe comportato nessun tipo di condanna o biasimo).

Ebbene, dallo studio è emerso che quando comprendevano che le loro azioni non avrebbero avuto né una gratificazione né una condanna sociale, i partecipanti non hanno applicato la scorciatoia cognitiva, perché hanno imparato che le stesse regole che governano la vita reale, non si applicavano in quel contesto.

Lo studio potrebbe spiegare perché gli abitanti delle grandi città hanno la reputazione di essere più frettolosi e meno amichevoli con gli estranei rispetto a quelli delle piccole cittadine.

Viviamo in città con milioni di persone e possiamo legittimamente incontrare uno sconosciuto e pensare “Non rivedrò mai più quella persona”, e farla franca trattandole male. Questo naturalmente vale meno per le piccole città, dove quasi tutti si conoscono.

via | ScienceDaily
Foto da iStock

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