La vulvodinia è una condizione relativamente frequente, ma nonostante ciò, è ancora considerata una delle tante “malattie invisibili” (come l’endometriosi o la fibromialgia), spesso sottovalutate non solo da chi non ne soffre, ma persino dai medici che dovrebbero diagnosticarla. Proprio di recente abbiamo sentito parlare degli effetti deleteri della vulvodinia grazie a uno sfogo pubblicato dall’influencer Giorgia Soleri, fidanzata di Damiano dei Maneskin.
Sui social la ragazza ha raccontato quante e quali offese e difficoltà ha dovuto subire prima di poter ottenere una corretta diagnosi. Ma esattamente, cosa è la vulvodinia? Chi ne viene colpito? Ed esistono delle cure o dei rimedi per combatterla?
Questa particolare condizione colpisce circa il 12-15% delle donne. Generalmente si presenta durante l’età fertile, e può interessare pazienti di ogni età, dalla pubertà fino alla menopausa. La vulvodiniapuò essere descritta come una percezione dolorosa e persistente nella zona vulvare, quella che comprende gli organi genitali femminili esterni.
Non si tratta affatto di una malattia immaginaria né di una condizione psicosomatica, ma è purtroppo un problema reale, un disturbo che può avere delle conseguenze e degli effetti negativi che influenzano profondamente la qualità della vita di chi ne soffre. Come abbiamo visto, la vulvodinia interessa la zona esterna della vagina, e si distingue per l’esattezza in due diverse tipologie, in base all’origine del dolore. Si parlerà quindi di:
La vulvodinia può causare diversi sintomi molto spiacevoli, a cominciare dalla già citata sensazione di dolore, che può essere intermittente o costante, e che può manifestarsi – come abbiamo visto – in modo localizzato o generalizzato. Alla sensazione dolorosa si aggiungono però anche altri sintomi, come:
Ma cosa innesca esattamente questi sintomi? Spesso il dolore e gli altri disturbi sono innescati da fattori diversi, come ad esempio:
Non sappiamo ancora quali sono le esatte cause della vulvodinia. Al momento i ricercatori stanno conducendo numerosi studi per riuscire a identificare i diversi fattori scatenanti. Si ritiene che a entrare in gioco possano essere in realtà diverse possibili cause, da quelle di tipo ormonale a quelle di tipo genetico e psico-sessuale.
Tra i fattori più probabili rientrano:
Chi soffre di questa condizione può ritrovarsi a dover fare i conti con altri disturbi a essa collegati, come ad esempio una maggiore irritabilità, tendenza a soffrire di depressione, un senso di frustrazione collegato soprattutto alla sfera sessuale, problemi di ansia e insonnia.
Molto probabilmente ti starai chiedendo a chi bisogna rivolgersi se si sospetta di soffrire di vulvodinia. La figura di riferimento è in primo luogo il tuo medico di base, dopodiché sarà importante consultare il tuo ginecologo di fiducia. Quest’ultimo dovrà eseguire una visita basandosi sui sintomi e su altri parametri.
Il medico potrebbe chiederti delle informazioni in merito alla tua vita intima e relazionale, e potrebbe eseguire alcuni esami per escludere la presenza di altre possibili condizioni dolorose, come ad esempio la vaginite, infezioni, traumi, malformazioni congenite, herpes genitale e altre malattie con una simile sintomatologia.
Durante la visita, il ginecologo eseguirà inoltre un esame volto a valutare la sensazione di dolore avvertita dalla paziente. L’esame prevede l’impiego di un bastoncino cotonato con il quale verrà esercitata una leggera pressione in diverse aree della vulva. La paziente dovrà valutare il livello di dolore avvertito, dando un punteggio in una scala che va da 0 a 10.
Il trattamento di questa condizione prevede in realtà diversi approcci. Oltre a rimedi farmacologici sono infatti indicate delle strategie volte a tenere sotto controllo i sintomi, ma anche dei cambiamenti nell’alimentazione e nello stile di vita.
Dal punto di vista farmacologico, il ginecologo potrebbe consigliare l’assunzione di farmaci antidolorifici o di creme anestetiche ad applicazione topica. Potresti assumere anche dei farmaci analgesici o altri tipi di farmaci, come ad esempio gli antidepressivi triciclici per tenere a bada i sintomi di questa spiacevole condizione.
Anche la riabilitazione del pavimento pelvico (in associazione al trattamento farmacologico) può offrire notevoli benefici. Dal punto di vista psicologico, molte pazienti traggono invece giovamento dalla terapia cognitivo-comportamentale e da un percorso di terapia sessuologica comportamentale che possa aiutare a vivere la sfera intima con positività e senza paura.
Il trattamento chirurgico è previsto in casi particolari, ovvero quando tutti gli altri approcci non hanno sortito alcun effetto benefico. La procedura consiste nella rimozione delle terminazioni nervose proliferate intorno all’apertura vaginale e nella parte più interna delle piccole labbra.
Abbiamo visto che per combattere la vulvodinia è utile cambiare anche il proprio stile di vita mettendo in atto dei comportamenti in grado di ridurre il dolore. Di seguito vogliamo segnalarti una lista di consigli utili per alleviare i sintomi:
Nonostante sia una malattia comune, la vulvodinia è spesso sottovalutata e considerata un semplice problema psicologico o psicosomatico. In realtà questa condizione può causare molti disagi e problemi, a causa della sensazione di dolore quasi costante e persistente che le donne che ne soffrono sono costrette a sopportare.
La vulvodinia è una condizione ancora non del tutto conosciuta. Le cause non sono infatti ancora chiare, ma si ritiene che a scatenarla possano essere numerosi fattori, come dei precedenti interventi chirurgici e ginecologici, delle infezioni intime o altre condizioni.
Questa malattia comporta sintomi come dolore e bruciore vulvare, ma può provocare anche conseguenti disturbi come depressione, insonnia, ansia e frustrazione, legata soprattutto alla propria sfera intima.
Al momento non esiste un unico trattamento contro la vulvodinia, ma sono disponibili diversi approcci, da quelli di tipo farmacologico agli interventi sullo stile di vita e sull’alimentazione.
Se pensi di soffrire di questa condizione, rivolgiti al tuo medico di base e prenota una visita ginecologica per ulteriori accertamenti e per identificare i trattamenti più adatti a te.